Cosa vedere in Tagikistan: un sogno chiamato Pamir

Tagi che? Probabilmente tra gli ‘stan countries il Tagikistan è il meno conosciuto (non che gli altri lo siano eh..), e ammetto che fino a poco tempo fa io stessa ne ignoravo l’esistenza. Quando poi ho iniziato a studiare la Via della Seta mi sono imbattuta in questo isolato paese dell’Asia Centrale e ho deciso, al contrario, che sarebbe stato il focus del mio intero viaggio. Tutto l’itinerario (che trovate nell’articolo “Come organizzare un viaggio in Asia Centrale”) è stato studiato per il Tagikistan, e più in particolare, per il Pamir. Sin dall’inizio sono stata catturata dalle descrizioni di questi luoghi senza tempo e ho deciso che dovevo assolutamente percorrere anche io la M41, la “famosa” Pamir Highway, i 1000 e più km di sterrato che collegano Dushambe con Osh in Kirghizistan. Con il senno di poi non avrei potuto fare scelta migliore: questo stato nello stato incastonato tra Pakistan, Afghanistan, Cina e Kirghizistan mi ha letteralmente stregata.

Informazioni generali sul Pamir

Il Pamir occupa tutto il Tagikistan orientale ed è veramente un altro paese, ha le sue speciali regole di accesso, parla una lingua diversa (il farsi, come in Iran), professa una religione diversa (l’islamismo sciita quando tutto il resto del paese è invece sunnita) ed è abitato da etnie diverse. Il Pamir rappresenta il 45% del territorio tagiko ma ospita solo il 3% dell’intera popolazione. La maggior parte degli abitanti vive in piccoli villaggi annidati in mezzo a suggestive valli solcate da fiumi e circondate dalle altissime vette innevate dell’Afghanistan e del Pakistan. È una regione estremamente remota che rimane isolata da mondo per diversi mesi all’anno e ha dovuto sviluppare un particolare stile di vita per sopravvivere in queste condizioni; nonostante questo, la gente del Pamir è tutt’altro che chiusa, è invece estremamente cordiale e ospitale. 

Insieme al Tibet, il viaggio in Pamir è probabilmente il viaggio in cui ho incontrato meno turisti nella mia vita, ma quei pochi che ho incontrato erano viaggiatori super-PRO che non ho mai visto altrove: ciclisti in solitaria che arrivano pedalando dall’Europa, motociclisti che entrano ed escono dal Pakistan o dall’Afghanistan come fosse Riccione, team del Mongol Rally (il famoso rally di beneficienza da Londra a Ulaan Batar)..tanti personaggi incredibili che mi hanno raccontato storie pazzesche. È un viaggio che mi rimarrà nel cuore per tante ragioni; sicuramente per la natura, padrona e regina incontrastata di queste terre, ma anche per la storia e la cultura millenarie e, soprattutto, per l’umanità che vi ho incontrato. 

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Documenti necessari per entrare il Tagikistan

Quando ci sono andata io, nel 2017, bisognava richiedere il visto per entrare in Tagikistan, ma le regole d’ingresso sono cambiate da poco e i cittadini italiani non hanno più bisogno del visto per  soggiorni inferiori ai 30 giorni. Tutti gli stranieri però hanno l’obbligo di registrarsi presso gli uffici del Ministero dell’Interno (OVIR) entro 10 giorni lavorativi dall’arrivo. Sono esentati dalla registrazione i titolari di visto elettronico. Rimane l’obbligo di richiedere un permesso speciale per recarsi sulle montagne del Pamir, che però ora può essere richiesto anche prima di recarsi nel Paese presso i Consolati tagiki di Bruxelles, Delhi e Vienna.

Quando andare in Pamir

Il periodo migliore per visitare il Tagikistan e il Pamir è l’estate, da giugno a settembre. Nella capitale Dushambe può fare molto caldo, ma questo è l’unico periodo dell’anno in cui è possibile entrare in Pamir. In inverno molti tratti della Pamir Highway sono sommersi dalla neve e la temperature precipitano tra i -20° e i -45°.

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Come arrivare in Pamir

Servito da un numero limitato di voli e con pochi posti di confine terresti, il Tagikistan è uno dei paesi dell’Asia Centrale più difficile da raggiungere. I collegamenti migliori per raggiungere Dushambe sono attraverso la Turchia (con Turkish Airlines) e sono abbastanza cari. Un’alternativa più economica può essere quella di volare su Tashkent (Uzbekistan) ed entrare dal confine di Oybek via terra o su Osh (Kirghizistan). Molti, come ho fatto io, inseriscono il viaggio in Pamir all’interno di un percorso più grande che include l’Uzbekistan e il Kirghizistan e, in questo caso, vi consiglio di viaggiare da Dushambe a Osh e non viceversa, per vedrete i luoghi più belli e spettacolari alla fine del viaggio. 

Come spostarsi in Pamir: agenzia o fai-da-te

A meno che non abbiate mesi di tempo a disposizione, l’opzione migliore per visitare il Pamir consiste nel noleggiare una jeep 4×4 con autista. La Pamir Highway è in buona parte sterrata e, a tratti, decisamente pericolosa quindi il mio consiglio è quello di non lesinare troppo su questa spesa. Ovviamente è un servizio abbastanza caro, ma vi permetterà di esplorare questa bellissima regione in totale libertà come merita.

Ci sono diverse agenzie che offrono il noleggio di jeep con autista o tour con la guida. Prima di partire ne ho contattate diverse e alla fine ho scelto la World Roof Tour . Mi sono trovata molto bene con loro, avevamo una jeep nuova e grande (non chiedetemi il modello che non lo ricordo), un autista bravo che parlava inglese (con un plus: era un ragazzo bellissimo e simpaticissimo che, non a caso, fa anche l’attore in Cina!) e abbiamo sempre dormito in posti carini e confortevoli. La World Roof Tour si è rivelata un’agenzia seria e super professionale. Tra l’altro ho chiesto il loro aiuto anche successivamente, quando ero in Kirghizistan, per trovare un jeep con autista per il Song Kol, e mi sono trovata molto bene anche lì.

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Quanto costa un viaggio in Tagikistan e Pamir

Per tutto il viaggio in Tagikistan-Pamir (8 notti – dal confine uzbeko fino a Osh, in Kirghizistan) con incluso jeep, autista, notti in homestay e pasti ho speso 1100 dollari (che ho pagato direttamente lì in contanti), l’equivalente di circa 925 euro. Il prezzo diminuisce sensibilmente se dividete la macchina con altri viaggiatori (e in questo caso l’agenzia può aiutarvi a trovarne altri o potete utilizzare il forum del sito Caravanistan). 

È una cifra alta soprattutto per questi paesi, ma l’unico modo per abbattere questi costi sarebbe quello di spostarsi con i mezzi pubblici (che in Pamir arrivano solo fino a Khorog, dopo c’è il nulla) e in autostop, ma le auto che transitano sulla Pamir Highway sono pochissime e si rischia di dover aspettare per giorni prima di essere caricati. 

La sicurezza in Tagikistan

Leggendo la scheda del Tagikistan sul sito Viaggiare Sicuri della Farnesina cercano di farti passare la voglia di andarci. Ovviamente avranno le loro buone ragioni e, dopo essere tornata, concordo anche io sul fatto che il Tagikistan sia potenzialmente (come altri ‘stan) un paese instabile e sicuramente la vicinanza con l’Afghanistan non aiuta la stabilità. Detto questo io non ho ne visto ne vissuto sulla mia pelle situazioni di pericolo, ma so bene che potrebbero verificarsi (come ovunque nel mondo al giorno d’oggi). Detto questo credo il Tagikistan sia invece un paese sicuro, probabilmente più di alcuni paesi europei, e che bisogna essere veramente molto sfortunati per incappare in qualche problema.

L’assicurazione medico-bagaglio

In Tagikistan la nostra copertura sanitaria non vale. Il mio consiglio è quello di fare sempre una classica assicurazione medico-bagaglio che vi possa coprire durante il viaggio. Io mi trovo molto bene con Heymondo, un sito che confronta le polizze di diverse compagnie e propone la polizza più conveniente per quel determinato viaggio. Per farlo dovrete inserire i dati relativi al vostro viaggio (paese, durata, ecc) e vi manderanno una mail con le proposta migliore che potrete poi acquistare direttamente on-line (essendo miei lettori avrete diritto anche uno sconto del 10%!!!).

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il confine afgano sul Pamir

Diario di viaggio: la Pamir highway da Dushambe al confine con il Kirghizistan

Diversamente da quanto faccio di solito, voglio raccontarvi questo viaggio sotto forma di diario e, come avrete già capito, vi parlerò quasi esclusivamente del Pamir (se avessi avuto più tempo sicuramente sarei andata ad esplorare anche i Monti Fan nel nord del Tagikistan, famosi per i bellissimi laghi d’alta quota). 

Giorni 1-2

(Dushambe-Kalai Khum 370 km, 8h, strada asfaltata)

Dopo un rocambolesco transfer di 8h da Samarcanda arriviamo finalmente a Dushambe, la capitale del Tagikistan. Siamo arrivate in hotel che era già buio e non sono riuscita a farmi un’idea di questa città. Dalla piccola passeggiata che ho fatto per andare a cena tutto sommato mi ha fatto una buona impressione, mi è sembrata una città moderna e piena di giovani, ma francamente non so se può valere la pena fermarsi qui per un giorno.

Dopo una notte ristoratrice, l’ultima in un hotel dal confort occidentale, conosciamo Ali, il nostro driver, cambiamo i soldi e ci mettiamo subito in marcia. Veniamo fermati diverse volte dalla polizia e Ali ogni tanto deve tirare fuori qualche banconota, ma si fa in fretta tra grandi sorrisi. I primi 150 km (che non sono ancora sull’M41) ci regalano subito bellissimi panorami sul lago Nurek prima di raggiungere, nel primo pomeriggio, il fiume Pyanj che ci terrà poi compagnia per diversi giorni e che rappresenta il confine naturale tra Tagikistan e Afghanistan

Questo tratto di strada è stato recentemente asfaltato dai cinesi ed è in ottime condizioni. La strada è bellissima, scende lentamente verso il fiume ed è incredibile come questo stretto ma tumultuoso fiume divida di fatto la strada tagika da un precario e incerto sentiero sul lato afgano che collega minuscoli centri abitati con case in pietra. Fa strano, l’Afghanistan è a pochi metri ma è praticamente impossibile raggiungerlo; attraversare il fiume sarebbe un suicidio. Verso le 6 di sera raggiungiamo Kalai-Khum, una piccola cittadina sul fiume. Alloggiamo in un homestay carina (addirittura con wifi) che si affaccia proprio sul fiume e dormiamo cullati dal rumore all’acqua.  

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Giorno 3

(Kalai-Khum Khorog 240 km, 8h, strerrato)

Oggi si inizia a ballare, da Kalai Khum la strada è super panoramica ma sterrata e alcuni tratti sono pericolosissimi. Due corsie scarse costeggiano il fiume senza alcun tipo di protezione e spesso e volentieri si vedono i fiori sul ciglio della strada in ricordo di auto o camion che sono volati giù. Qui entriamo nel vivo del Pamir e ci dobbiamo fermare diverse volte per essere registrati dalla polizia; per fortuna non si perde molto tempo. Ad uno di questi posti di polizia incontriamo un team italiano del Mongol Rally con una Fiat Panda: sono due ragazzi di Milano di 20 anni e ci raccontano che uno dei 2 ha preso la patente giusto 4 mesi prima..tanta stima! 

Incontriamo anche un camion che è scivolato per metà nel fiume (l’autista è salvo per fortuna) e blocca il passaggio da 3 giorni creando una fila di camion cinesi dall’altra parte; per fortuna le macchine riescono a passare!

Dopo 8 ore di lavatrice arriviamo stanche a Khorog, la “capitale” del Pamir. Prima di cenare nella nostra homestay c’è il tempo di fare un giro per la cittadina e un salto al bazaar (dove vengo importunata da un uomo ubriaco che mi urla davanti la faccia). Dopo cena Ali ci porta su una collina in cima al paese a caccia di stelle cadenti e a fumare (vi dirò, al di là di quello che si possa immaginare, il fumo afghano è molto leggero, molto di più di quello che arriva in Italia e che sicuramente viene tagliato con chissà cosa…ma non lo dite a nessuno!). 

PS Se avessimo deciso di entrare in Afghanistan avremmo dovuto richiedere il visto qui a Khorog e ci sarebbe stato rilasciato in circa 2h pagando una cifra variabile tra i 100 e i 150 dollari). 

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Giorno 4

(Khorog-Ishkashim 120 km, 4h sterrato)

L’M41 parte da Khorog, ma noi, come quasi tutti, abbiamo deciso di seguire la variante che scende invece verso sud per raggiungere la Valle di Wakhan (o corridoio di Wakhan come lo chiamano in molti).  

Questa è la tappa più corta del viaggio, ma i panorami sono spettacolari, soprattutto quando iniziano ad apparire le vette innevate dell’Hindukush che segnano il confine tra Afghanistan e Pakistan. 

Poco prima di arrivare a Ishkashim passiamo davanti al ponte della frontiera afghana che è deserta. È sabato e, fino a pochi mesi fa, ogni sabato qui c’era un mercato (bellissimo ci dicono) dove tagiki e afghani potevano scambiarsi le merci. Purtroppo dopo l’ultimo attacco dei talebani è stato chiuso e non ci resta che arrivare nella nostra guesthouse. Ishkashim è una cittadina piccola, non c’è praticamente niente se non tanta polizia. Questa è la zona più “sensibile” del Pamir, da qui passa tantissima droga e da qui, ogni anno, provano ad attaccare i talebani. Noi alloggiamo alla guesthouse Hanis, un posto molto grande, dove conosciamo un altro team del Mongol Rally, questa volto formato da una coppia inglese e un ragazzo neo zelandese. Il ragazzo inglese ci racconta che, senza averlo deciso prima, ha chiesto la mano della sua ragazza durante il viaggio, davanti all’Hell’s Gate in Turkmenistan e che hanno pianificato di sposarsi a Ulaan Batar, all’arrivo del Mongol Rally. Organizzare un matrimonio via mail durante un viaggio del genere (quando a malapena hai la linea telefonica) non è cosa facile e sarei proprio curiosa di sapere se alla fine ce l’hanno fatta! Oltre a questo ci raccontano diversi altri aneddoti sul Rally, sul traghetto in panne sul Mar Caspio e sui tempi biblici che hanno impiegato per superare la frontiera turkmena.    

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Giorno 5

(Ishkashim- Langar 140 km, 5h, sterrato

Partiamo di buon ora per visitare le fortezze di Kah-Kaa e Yamchum, due fortezze del XII secolo che si trovano in posizione sopraelevata sul fiume e offrono una vista spettacolare su tutta la vallata. In questa zona ci sono tante fortezze che risalgono all’epoca della Via della Seta (lo stesso Marco Polo è passato qui) e tuttora vengono utilizzate come posto di guardia dall’esercito tagiko per controllare i confini. 

Sopra la fortezza di Yamchum ci sono le sorgenti termali di Bibi Fatima e la credenza locale vuole che bagnandosi in queste acque a 40° le donne possano aumentare la loro fertilità. Da lì andiamo a visitare la casa-museo del mistico Muabara Kadam a Yamg, una casa in stile del Pamir molto interessante e ci fermiamo a pranzo nella guesthouse di Aydar, il custode del museo. Qui facciamo la conoscenza di Zahara, una signora iraniana in viaggio con suo figlio per il Pamir. Zahara ci racconta che vivono a Lipsia da 30 anni (suo figlio è nato lì) perchè lei è dovuta fuggire dall’Iran negli anni ’90: c’era un taglia sulla sua testa. Negli anni ’80 era rappresentate d’istituto nel suo liceo di Teheran, organizzava manifestazioni e distribuiva volantini ed è stata considerata una dissidente politica dal regime. È dovuta stare per 3 anni chiusa in casa di amici di famiglia senza poter mai uscire prima di decidere di scappare con l’aiuto di suo zio che era fuggito anni prima. Dopo mesi di organizzazione, a 19 anni, da sola, è riuscita a passare il confine turco prima a piedi e poi a cavallo prima di poter essere al sicuro. Da allora (30 anni fa) ha rivisto i suoi genitori solo 2 volte e molti suoi “compagni” iraniani sono morti o sono in carcere da anni. Lei non potrà mai più tornare in Iran perchè sarebbe arrestata. Ho ancora la pelle d’oca! 

Dopo di lì arriviamo a Langar dove passiamo la notte in un homestay molto pulita e carina.

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La fortezza di Yamchun in Pamir

Giorno 6

(Langar- Murgab 300 km- 10h, sterrato)

La giornata di oggi inizia con una passeggiata (in salita) sopra Langar alla ricerca di alcuni petroglifici. Arrivati più o meno in cima li individuiamo ma è difficile distinguere le incisioni antiche e autentiche dagli emulatori moderni. Se non altro da lì su c’è una bellissima vista su tutta la vallata e sulle montagne afgane di fronte. 

Ci rimettiamo poi in macchina ed è tempo di abbandonare il fiume Pyanj e l’Afghanistan, fra 200 km inizieremo a costeggiare la Cina. La strada che sale per riprendere la Pamir Highway è spettacolare, uno dei tratti più belli (e più pericolosi), con mille curve a strapiombo e delle viste panoramiche incredibili. Prima di raggiungere di nuovo l’M41 riusciamo anche a vedere delle carovane afgane con i cammelli, sono bellissime!  Dall’M41 deviamo quasi subito per raggiungere 2 bellissimi laghi alpini salati: il Bulunkul e lo Yashil-kul. Il paesaggio intorno è lunare e desertico e mi ricorda tantissimo le lagune altiplaniche boliviane. Da qui in poi le temperature sono rigide (siamo tra i 3500 e i 4000 mt), tiriamo fuori il piumino e ci dirigiamo nel piccolo villaggio di Alinchur per il pranzo (anche se sono le 4 del pomeriggio) e raggiungiamo con il buio Murgab. Non avremmo dovuto dormire qui questa notte e non abbiamo prenotato nulla; incredibilmente tutte le guesthouse sono piene e riusciamo a stento a trovare 2 letti per dormire. Per cenare andiamo nell’unico hotel del paese, il Pamir Hotel, punto di ritrovo di tutti i backpacker, ciclisti e motocicilisti e, sopresa delle sorprese, rincontriamo un gruppo di motociclisti italiani che avevamo incontrato 4 anni fa in Tibet su un passo di montagna vicino all’Everest!! Certe volte è proprio piccolo il mondo. 

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Giorno 7

(Murgab- Karakul 150 km-3h  asfalto brutto e sterrato)

Torniamo al Pamir Hotel per la colazione e conosciamo il nostro nuovo autista. Da qui in poi, pur essendo sempre in Tajikistan, ci abitano principalmente kirghizi ed è meglio avere un autista kirghizo (che ci accompagnerà poi fino a Osh). Salutiamo Ali tra la commozione e le lacrime e ci rimettiamo in macchina; superiamo l’Aiktal Pass  (4600 mt) prima di raggiungere Karakul con il suo lago alpino salato a 3900 mt. Il lago ha dei colori caraibici ed è circondato da vette che superano i 7000 metri..non credo di aver mai visto nulla del genere!! 

A Karakul arriviamo per pranzo e passiamo il resto della giornata a passeggiare lungo il lago e soprattutto a chiaccherare con i personaggi incredibili che incontriamo nella nostra guesthouse. C’è Ricky, un motociclista italiano di Ravenna, che è partito dall’Italia e arriverà in Giappone, ci sono Sabrina e Massimiliano, anche loro motociclisti navigati che hanno girato mezzo mondo, ci sono 4 ragazzi australiani che stanno percorrendo l’M41 in bici..insomma un concentrato di avventura! 

Quando si fa buio i nostri occhi vengono catturati da una stellata incredibile, qui non c’è inquinamento luminoso e la Via Lattea sembra a pochi metri da noi. 

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Giorno 8

(Karakul- Osh 277 km – 6/7 h asfalto)

Partiamo verso le 9 e raggiungiamo dopo un’oretta il Kyzyl-Art Pass (4282 mt) dove si trova il primo posto di confine tagiko-kirghizo. Qui non dobbiamo neanche scendere dalla macchina, l’autista sbriga tutte le procedure doganali da solo. Per raggiungere l’altro posto di confine ed entrare in Kirghizistan impieghiamo invece un’altra oretta. Qui c’è da aspettare, fanno passare 1 macchina alla volta e, quando arriva il nostro turno, dobbiamo scendere dalla macchina e lasciare che un cane antidroga (un cocker!!) controlli l’auto. 

Finite le procedure doganali rivolgo un ultimo sguardo al Pamir con le lacrime agli occhi, questo paese mi ha regalato tanto, anzi tantissimo, mille emozioni che mi rimarranno negli occhi e nel cuore per tutta la vita. Grazie davvero Pamir! 

Entrando in Kirghizistan sembra di entrare in Svizzera, le strade sono belle, ben asfaltate e improvvisamente diventa tutto molto più verde.  Raggiungiamo l’hotel a Osh per le 3 del pomeriggio e ci buttiamo direttamente sotto la doccia (non ci laviamo da 2/3 giorni!).  Siamo tornate nella civiltà ed è una sensazione strana. 

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52 commenti su “Cosa vedere in Tagikistan: un sogno chiamato Pamir”

  1. Ciao,
    ho letto con immenso piacere la storia del tuo viaggio. E’ da un bel pò di tempo che mi sto informando sul Tagikistan e il tragitto della M41. La tua descrizione mi ha aggiunto e confermato quello che già sapevo. Spero prossimamente di affrontare questa sospirata avventura.
    Grazie, Gianbeppe.

    Rispondi
      • Ciao
        Intanto complimenti…é un viaggio che vorrei fare da diversi anni…spero asap
        Magari prima Samarcanda e poi Pamir. Vorrei stare in 2/3 settimane

        Detto ciò volevo chiedere poche info
        1. Leggevo che il viaggio da Dushanbe fino ad Osh con auto noleggiata e autista è costata sui 1000 € per 8 gg totali. Ma eri da sola? Guardando in rete mi pareva che costasse di più se da soli.
        2. Il dormire/cibo era extra rispetto questi 1000 €?
        3. Non ho capito a chi ti sei appoggiata da Samarcanda al confine Tagiko. Il confine quindi a piedi?
        4. Da Tashkent a Samarcanda? E Bukara merita?

        Ti ringrazio anticipatamente

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        • Ciao Francesco,
          Ti rispondo punto per punto:
          1. noi eravamo in 2,senza nessun’altro. Se lo fai con altre persone costa meno, da solo ovviamente di più
          2. no, tutto incluso nei 1000 euro
          3. ho trovato un taxi tramite l’ostello di Samarcanda. Il confine sì, lo devi attraversare a piedi poi.
          4. ho preso un volo interno da Tashkent fino a Khiva..il mio viaggio è iniziato da lì. Poi sempre tutto via terra. Bukara merita tantissimo!!
          a presto, Valentina

          Rispondi
  2. Ciao Valentina. Viaggio interessantissimo. Mi sorge una domanda: hai parlato di non esserti mai sentita in pericolo dal punto di vista della sicurezza, ma per quanto riguarda i problemi connessi con l’altitudine ne hai avuti?

    Rispondi
    • Ciao Daniele, no, non ha avuto alcun problema legato all’altitudine. Ho attraversato diversi passi di montagna a più di 4000 mt e dormito a 3900 mt sul lago Karkul ma non ho avuto alcun fastidio. Devo dire che sono parecchio fortunata..l’altitudine non mi da mai particolarmente fastidio (e ho toccato altitudini più alte di queste sia in Tibet che in Sud America).

      Rispondi
  3. meraviglioso viaggio!!! anche io sto organizzando pern andare e ho appena scritto alla tua agenzia (avevo chiesto ad altre ma mi facevano prezzi folli!!!), unirò anche un Uzbekistan fai da te! ma le tue foto e consigli sono stati decisivi per decidere cosa unire all’uzbekistan!

    Rispondi
      • Ciao Valentina
        Mi chiamo Michele, e con altri 3 amici abbiamo iniziato a pianificare un viaggio di 30\33 giorni sulla Via della Seta, da Samarcanda,a Pechino, partendo più o meno tra il 15 e il 20 di settembre 2019.
        Il viaggio lo faremo in completa autonomia, utilizzando mezzi pubblici locali, tranne la zona del Pamir dove ci appoggeremo ad agenzie locali.
        Il viaggio sarà strutturato più o meno in questo modo : 7\8 giorni in Uzbekistan, 8 giorni in Tajikistan fino ad Osh, ed i restanti 15\16 giorni fino a Pechino iniziando la Cina da Kaskgar.
        Abbiamo ancora molti dubbi da risolvere, intanto il fattore clima, dal momento che non potendo iniziare il viaggio prima della metà di settembre, ci troveremo a fare il Pamir nell’ultima decade di settembre nella migliore delle ipotesi, oppure a cavallo tra settembre ed ottobre nella peggiore, i nostri dubbi sono sulla possibilità di trovare già la neve sui passi ad alta quota….avevamo anche il dubbio su quanti giorni dedicare al Pamir, chi diceva che sono sufficienti 6 giorni, altri che dicono non meno di 10 giorni, alla fine avremmo optato per 8 giorni, e leggendo il tuo diario di viaggio ho avuto la conferma che 8 giorni sono un tempo giusto e ragionevole da dedicarci….altra domanda, nell’ultima tappa voi siete arrivati ad Osh, ti chiedo, secondo te sarebbe invece possibile da parte dell’agenzia attraversare il confine Tagiko – Kirghiso, e da li portarci fino al confine con la Cina considerando è anche molto più vicino rispetto al tragitto fino ad Osh? A quanto ho capito da quel confine ci sarebbero dei taxi che fanno la spola su Kaskgar.
        Un ultima domanda, i fuoristrada che utilizzano le agenzie, sono da 5 posti, oppure da quanto ti è capitato di vedere, hai notato fuoristrada più grandi che trasportavano 7\8 persone?…perchè ci sarebbe forse la possibilità che il numero dei componenti del nostro gruppo aumenti di qualche unità.
        Grazie, e mano a mano che la preparazione del viaggio prende forma ti farò poi altre domane.
        ancora grazie
        Ciao MiKi

        Rispondi
        • Ciao Michele, secondo me a fine settembre/ottobre non avete problemi per il clima, magari ci sarà un pò di neve in quota ma niente di che, e 8 giorni vanno bene se prendete un fuoristrada..riuscite a fare tutto abbastanza in tranquillità. Sinceramente non ho visto fuoristrada più grandi, ma se siete di più ne prendete 2 no? L’agenzia non credo abbia alcun problema a lasciarvi sul confine cinese a Kashar; ricordo la deviazione per andare lì quando eravamo sulla strada verso il confine Kirghizo (e loro risparmiano anche tempo e strada per tornare indietro). Dev’essere bellissimo attraversate quella parte di Cina!!! Poi mi dirai 😉 Comunque se hai altri dubbi chiedi pure (o qui, o per mail valentina@beborghi.com). A presto

          Rispondi
          • Grazie Valentina, sei stata gentilissima, oltre che tempestiva.
            Ti chiedevo notizie su eventuali fuoristrada più grandi perchè quando ho fatto il Salar di Uyuni in Bolivia, si utilizzavano dei fuoristrada da 7 persone….ma non c’è problema, come dici tu, eventualmente prenderemo 2 fuoristrada.
            ancora grazie
            Ciao MiKi

  4. Ciao Valentina
    Torno a scriverti,per un’altro chiarimento….ho visto il sito dell’agenzia che hai utilizzato tu, e mi sembra veramente valido, ho letto che a richiesta c’è la possibilità di utilizzare anche una guida oltre che l’autista, al costo di circa 20 dollari a testa per ogni giorno di viaggio….la mia domanda è questa, tu consigli l’uso di una guida che parla inglese? Ho visto che tu non hai preso una guida nel tuo viaggio, gli autisti parlano inglese? ti aiutano nell’interagire con la gente del posto,o si limitano a fare i driver e basta?….tieni conto che su 4 persone che saremo in quel viaggio,l’inglese lo parla discretamente bene solo uno, altri 2 lo parlano solo in maniera basica, e poi ci sono io che di inglese so’ 4 parole messe in croce…la mia seconda lingua è lo spagnolo. Siamo indecisi perchè il costo di una guida per il giro che vorremo fare noi ( 8 giorni ) ci verrebbe a costare circa 150 euro a persona!
    grazie Ciao MiKi

    Rispondi
    • Ciao Michele, io avevo un driver che sapeva qualche parola di inglese e fra quello e l’aiuto di Google Translator italiano-russo..riuscivamo a capirci benissimo. Il driver comunque ti aiuta ad interagire con le poche persone del posto che incontrerai. Secondo me potete risparmiarvi tranquillamente quei soldi 🙂
      A presto, Valentina

      Rispondi
  5. Grazie Valentina, gentilissima come sempre, penso proprio che ci risparmieremo la spesa.
    ti mando per curiosità l’itinerario che vorremo fare

    PRIMA GIORNO – DUSHANBE – KALAI KHUM

    SECONDO GIORNO – KALAI KHUM – RUSHAN

    TERZO GIORNO – RUSHAN – TREK PER JIZEW (VALLE DI BARTANG)

    QUARTO GIORNO – JIZEW – ISHKOSHIM

    QUINTO GIORNO – ISHKOSHIM – LANGAR

    SESTO GIORNO – LANGAR – LAGO BULUNKUL

    SETTIMO GIORNO – LAGO BULUNKUL – KARAKUL

    OTTAVO GIORNO – KARAKUL – CONFINE CINESE PER KASKGAR.

    Ancora grazie
    ciao MiKi

    Rispondi
  6. Ciao Valentina, grazie per la testimonianza di viaggio. É da qualche anno che valuto l idea di andare in questi posti ma non volevo farlo in solitaria, ora ho trovato 1-2 compagni di viaggio e stavo cominciando a. Mettere a punto una bozza. Mi sembra di aver capito che secondo te l autista è necessario, mi potresti spiegare i rischi cui si può incappare senza di esso? È solo un problema di lingua e comunicazione con i locali o altro? Grazie mille
    N.

    Rispondi
    • Ciao Nicola, no, non è obbligatorio, ma devi essere consapevole che la strada è sterrata e spesso stretta. Puoi anche affittare un auto e guidarla tu, ma dipende dal giro che decidi di fare (non so se è possibile lasciarla a Osh, in Kirghizistan, devi informarti). Se non hai problemi di tempo puoi valutare anche l’autostop..è sicuramente un’esperienza nell’esperienza, ma richiede parecchi giorni a disposizione. A presto

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      • Grazie per la risposta. Ok quindi il problema sarebbe strettamente relativo alle asperità della strada, sono veramente tanto sconnesse o è un semplice sterrato battuto?
        Inoltre la polizia potrebbe creare dei problemi tali per i quali potrebbe far comodo avere un autista/interprete?

        Sono stato di recente in Mozambico (altro paese abbastanza problematico) e devo dire che se non avessimo avuto una ragazza che parlava portoghese (ed era dell’ambasciata italiana in mozambico) avremmo potuto avere qualche piccola bega con la polizia. mi chiedevo se poteva esserci un discorso analogo, pur essendo posti molti diversi! grazie, e scusa tutte le domande.

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        • Dunque, riguardo alla strada..ci sono dei tratti buoni e altri non troppo, ma è fattibile. Polizia ce n’è tanta, tanti posti di blocco, ma non ti so dire se potrebbero farvi più storie senza l’autista. Il nostro più volte allungava delle mazzette. Per il discorso del noleggio, partendo da un punto e consegnando in un altro devi capire se è fattibile. L’agenzia che ho usato io noleggia anche dei 4×4, prova a sentirli, sono molto gentili e scrivono/parlano bene in inglese

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      • ps, peraltro se si facesse un viaggio in macchina non sarebbe un viaggio a ‘cerchio’ ma si partirebbe da una città e si arriverebbe ad un’altra, presumibilmente come tu hai detto da dushambe a osh, se non addirittura tashkent o urgench, ma credo che forse dovremmo cambiare auto a un certo punto.

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  7. Ciao! Ho visto che siete 2 donne….ma avevate l’autista, uomo. Secondo te, per quello che hai potuto vedere, sarebbe ugualmente sicuro farlo senza autista? Anche noi siamo 2 donne.

    Ho visto che l’agenzia di cui parli fa anche trekking.

    Cmq bellissimo blog. Esaustivo e piacevole

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    • Ciao, mah..la strada è tutta sterrata e (a tratti pericolosa) quindi ti sconsiglio di affittare un auto e guidare (se non sei esperta almeno).
      In alternativa devi calcolare più giorni se vuoi spostarti con i mezzi pubblici.
      a presto, Valentina

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  8. ciao Valentina,
    mi chiamo Fabio e ho letto con molto interesse questo tuo stupendo viaggio, complimenti ! . Volendo intraprendere un impresa simile in questa regione, ed essendo un viaggiatore indipendente con poche risorse economiche
    volevo chiederti due cose : la prima è se sei venuta a conoscenza di altre agenzie a Dushanbe che sul posto raccolgono viaggiatori indipendenti per formare piccoli gruppi( in modo da abbattere i prezzi ), la seconda è se al posto dei dollari le banche, o anche le agenzie accettano cambi in euro .
    Fin da ora ti ringrazio per quello che mi saprai dire 😉 Fabio

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    • Ciao Fabio, si, sia l’agenzia che ho usato io che le altre a Dushambe o a Osh organizzano anche in gruppi e ti costa sicuramente meno.
      Rispetto agli euro..francamente non ricordo ma non rischierei.
      A presto, Valentina

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  9. Grazie per l’informazione ! probabilmente intraprenderò il viaggio nei primi di settembre al massimo verso la metà.
    spero di trovare ancora gente da quelle parti 🙂 le agenzie sono concentrate in centro città immagino, magari la guida l’onely Planet mi aiuterà.
    Ultima cosa , probabilmente la mia prima tappa come nel tuo caso sarà l’Urzbekistan, mi sapresti dire se le modalità di passaggio in Tagikistan in frontiera sono le medesime ossia se il visto può essere ottenuto come in Urzbekistan all’arrivo ( tieni presente che proverrò via terra con un bus magari da Samarcanda).
    Anche il passaggio fino a Osh ( kirghizistan ) non bisogna chiedere in anticipo un qualsiasi visto e si può ottenere in frontiera ? dal tuo racconto non mi è chiaro se avevi già fatto un visto, basta compilare un modulo ?.

    Oltre che per il tratto del Pamir ho intenzione di usare solo mezzi pubblici nei tre paesi che visiterò, non hanno problemi a far salire turisti ?
    Grazie ancora Fabio :))

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    • Ciao Fabio, il visto Uzbeko, così come quello Tagiko, vanno richiesti online prima di partire; il Kirghisiztan invece non richiede il visto ai cittadini italiani. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, non avrai alcun tipo di problema, sono popoli molto ospitali e cordiali 🙂

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  10. Grazie Valentina ,
    per il Tagikistan ho già intrapreso la domanda di visto , ma, ho visto che mi chiedono date certe di ingresso purtroppo quindi sto pensando di iniziare da li il viaggio . Per L’Uzbekistan invece ho scoperto andando sul sito della Farnesina ” viaggiare sicuri” che dal 1 Febbraio 2019 non è più richiesto visto di entrata al paese ….. vado sicuro allora !! ?? .
    Mi presenterò alla frontiera con il solo passaporto e due foto 🙂 sperando che non mi respingano.
    Grazie ancora per il tuo aiuto , ma a riguardo delle agenzie di Dushambe sai se sono concentrate in una zona particolare della città ?
    ancora grazie Fabio

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  11. Ciao Valentina
    anzitutto complimenti per l’avvincente viaggio e relativo diario!
    Sto organizzando un viaggio in Targjikistan ad agosto e vorrei da te un parere.
    Ho visto che tu hai fatto il percorso: (Khorog-Ishkashim 120 km, 4h sterrato) – (Ishkashim- Langar 140 km, 5h, sterrato) – (Langar- Murgab 300 km- 10h, sterrato) in 3 giorni e leggo da altri che si potrebbe fare in 2 giorni: (Khorog – Jelandy – Passo Kojtezek –Bulun kul) – (Bulun kul – Murghab) …
    Sono molto interessato a sapere se la tua scelta sia stata ragionata prima oppure sia stata fatta sul posto a seguito di consigli e poi se confermi l’ottimo giudizio sul tuo percorso scritto nel diario
    Grazie mille, Marco

    Rispondi
  12. Valentina ciao, scusami se insisto e ti chiedo ancora:
    – dici che ti sei fidata dell’agenzia … è uu’agenzia italiana o locale (come io credo)? Capisci che questo fa la differenza
    – per la tua esperienza credi fattibile fare in un solo giorno il lungo tratto Samarcanda/Dushambe o ritieni necessario fare uno stop intermedio?
    Grazie mille per la tua gentilezza

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    • Io usato un’agenzia locale che però ho contattato prima (quella che trovi linkata nell’articolo).
      Il tratto Samarcanda/Dushambe è lungo perchè il punto di confine più vicino adesso è chiuso e bisogna passare da quello più a sud. Si impiegano tante ore ma è fattibile..io l’ho fatto e lo rifarei senza problemi

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  13. Ciao Valentina, coinvolgente tuo diario. Una domanda, si trova facilmente da dormire ovunque lungo quel percorso che hai fatto? Più o meno ci sarò tra pochi giorni in moto e vorrei essere sicuro di non trovarmi a 5000 mt di notte senza un tetto.. Con moto in solitaria prudenza è fattibile la strada anche nei tratti più difficili secondo te? Grazie

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    • Ciao Camillo,mmm..nella prima parte sì, dopo il giorno 6 molto meno, devi pianificare bene.
      Sulle condizioni della strada, non essendo una motociclista mi viene difficile darti una risposta. Io credo di sì, ho incontrato tanti motociclisti, ma non so dirti che livello di difficoltà è la strada

      Rispondi
  14. Buongiorno Valentina
    Sono un viaggiatore on the road da tutta la vita – ho viaggiato per mezzo mondo-Deserto, India ,Asia, Africa ecc- con tutti i mezzi, molti dei quali automezzi preparati personalmente
    Ho intenzione di realizzare un ulteriore viaggio no limits di tempo e luoghi in centro Asia con un mezzo fuoristrada opportuno, che posseggo .
    Sto cercando persone interessate, anche per settori di itinerario.
    Se sei interessata ti invio curriculum vitae per presentarmi ed ulteriormente tel e progetto per entrare nei dettagli
    regards
    Gianfranco

    Rispondi
      • Ciao Valentina
        Ho letto oggi la tua risposta
        Sto preparando mille cose per il viaggio che vorrei fare In šāʾ Allāh
        Quando ,come, per quali vie, fino a dove è tutto plasmabile e concordabile
        Posseggo un Land Rover defender 110 e magari uso quello, non ho problemi di tempo e modo
        Sono laureato in Orientalistica, pratico alpinismo tecnico da sempre ed ho viaggiato quasi ovunque on the road
        Potrebbe valer la pena di fare due chiacchiere oppure scambiare enne email, a me va bene ogni modo
        credo che tu evinca la email da dove ci scriviamo
        come scritto ti posso inviare il mio CV , preferirei prima scambiare due idee
        Cordialmente
        Gianfranco

        Rispondi
      • Ciao Valentina
        Ho risposto ,ma non sembra abbia funzionato
        Credo valga la pena comunicare per un scambio d’idee- la proposta è per tutte le persone di buona volontà oltre che a te
        questa è la mia email —– ggffbb@gmail.com——–
        Gianfranco

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  15. Ciao Valentina,
    Sto pianificando il viaggio partendo dal
    Centro Italia. Il Tagikistan è un paese che visiterò.
    Sarò in moto ed il fatto che hai scritto che ci sono parecchi motociclisti la cosa mi consola.. una domanda vorrei farti che vale sia per me che per chi andrà Jeep..
    ma i distributori di benzina ci sono oppure si ha difficoltà con il carburante?
    Grazie.
    Luca.

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    • Ciao Luca, sì, io ne ho incontrati parecchi almeno..Per i distributori ti posso solo dire quello che ricordo e mi sembra ci fossero (noi eravamo in jeeep con il driver e non mi sembra avessimo taniche..). Per info più precise ti consiglio di chiedere in qualche forum più specifico per motociclisti, lì sicuramente ti sanno dare maggiori info. A presto, Valentina

      Rispondi
  16. Ciao Valentina,
    Come ti sei spostata da Samarcanda a Dushanbe? Autobus locali?
    Il volo di rientro per l’Italia l’hai preso da Osh?

    Grazie mille 🙂

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  17. Ciao, innanzitutto grazie per la descrizione dettagliata e utile del tuo viaggio. Spesso uso l’estate per fare giri in macchina nei paesi più strani. Volevo chiederti: è un viaggio possibile da fare nonostante lo sterrato con una macchina normale o diventa impossibile? Grazie mille e buona giornata

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    • Ciao Fabrizio, impossibile non è (è la stessa strada che percorrono con la Panda o la Micra durante il Mongol Rally), ma devi essere un meccanico provetto. Non è per tutti. Se conti di affittare una macchina normale lì..la vedo dura. Tutti comunque usano i 4 x4. A presto, Valentina

      Rispondi
      • Ciao Valentina, innanzitutto grazie mille per la risposta veloce. Scusa, loro usano il 4×4 per le buche per cui serve una macchina alta, o per la ripidita per cui serve più trazione? Lo sterrato che vedo da alcune foto non mi sembra disastrato però non saprei… Sto cercando di capire se alzando le sospensioni riesco o è un problema di trazione (per ripidita, pantani…) Scusa le domande specifiche ma spesso viaggio con la mia macchina personale ed è per questo che chiedo. Grazie ancora davvero.
        Buona giornata
        Fabrizio is

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        • Ciao Fabrizio, sinceramente non ti so rispondere, o meglio..non me la sento non essendo esperta del settore. Secondo me ti conviene cercare in qualche forum più specifico, immagino che ce ne siano diversi sulla Pamir Highway.
          A presto, Valentina

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  18. Ciao Valentina,siamo Matteo e Sonia,abbiamoletto con immenso piacere il tuo raccont,detagliato il giusto per chi come noi vorrebbe attraversare queste zone verso luglio 2021 in moto!

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  19. Ciao Valentina grazie per il bellissimo racconto. Volevo chiederti in particolare il passaggio da Uzbekistan (in particolare se sai da Samarcanda) a Dushanbe. Mi pare che parli di taxi pubblico ma sai dirmi indicativamente costi, prenotazione o a chi rivolgersi?
    Grazie.
    Luca

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    • Ciao Luca, grazie a te! No, purtroppo non ricordo i costi, ma sono passati comunque alcuni anni e adesso saranno sicuramente molto diversi. Per trovare quel taxi avevo chiesto all’ostello in cui alloggiavo a Samarcanda e ricordo che non era stato affatto semplice trovare qualcuno che ci portasse fino al confine con il Tajikistan. Chiedendo in giro secondo me trovi, sono tutti molto gentili e si sbattono per soddisfare le richieste dei viaggiatori. Un saluto, Valentina

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