Napoli insolita: 20 luoghi da non perdere

Amo Napoli, ma questo ormai lo sapete, e trovo sempre il tempo di andarci almeno una volta all’anno (spesso anche due) in primavera o in inverno, le mie stagioni preferite per esplorarla. Napoli è una città davvero incredibile e scopro ogni volta un nuovo motivo per rinnovarle il mio amore, dei luoghi che non conoscevo, poco battuti dai turisti del week-end. Qui trovate 20 luoghi insoliti che vi consiglio di vedere a Napoli, e continuerò ad aggiornare quest’articolo nel corso degli anni con le scoperte che man mano farò. 

Cappella Caracciolo del Sole, Chiesa di San Giovanni a Carbonara, Napoli
Cappella Caracciolo del Sole, Chiesa di San Giovanni a Carbonara

Napoli insolita: 20 luoghi che probabilmente non conoscete

1. La Street art di Jorit & gli altri

Da diversi anni Napoli si è distinta a livello nazionale e internazionale per i suoi murales e per la street art, che si trova ovunque, dal centro alla periferia. Tanti artisti amano questa città e hanno voluto lasciare un segno del loro passaggio nei suoi muri. Iniziando dal centro storico, uno dei murales più famosi è sicuramente quello di Jorit Agoch all’inizio di Forcella chiamato “Gennaro”, in onore del patrono della città (il murales si trova qui). Non lontano da lì, in Piazza dei Gerolomini 106  c’è il murales di Bansky “La madonna con la pistola”, uno dei 2 murales di Banksy in Italia (l’altro è a Venezia). 

Spostandosi verso i Quartieri Spagnoli (quartiere pieno di piccoli murales ovunque), quello più famoso è senz’altro il murales di Maradona realizzato per il secondo scudetto del Napoli, nel 1990 (si trova qui). Altri murales magnifici si trovano al Rione Sanità: il murales di Francisco Bosoletti dal titolo “RESIS-TI-AMO”, di fronte al murales “Luce” di Tono Cruz, e il murales dell’uomo in catene di Zilda dentro Palazzo Sanfelice. Spostandosi fuori dal centro, vale la pena vedere il murales di Blu sul muro dell’ex-OPG Je so ‘Pazzo (Un ex Ospedale Psichiatrico, ora Centro Sociale) nel quartiere Materdei e i bellissimi murales di Jorit nel quartiere industriale di San Giovanni , tutti in via Taverna del Ferro (quello enorme dedicato a Maradona, quello dello scugnizzo Niccolò, e, di fronte, i murales dedicati a Che Guevara). Sempre Jorit ha completato un enorme murales dedicato a Pier Paolo Pasolini a Scampia. Chiudiamo con i murales del Parco Merola a Ponticelli (chiamato proprio parco dei murales)  e i vari murales che ritraggono Massimo Troisi a San Giorgio a Cremano, sua città natale. 

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Cosa vedere Napoli
murales di Jorit a Forcella
murales intorno a Spaccanapoli, Napoli
murales intorno a Spaccanapoli

2. Rione Sanità 

Il Rione Sanità, che si trova a sud di Capodimonte, è probabilmente il quartiere che rispecchia di più l’anima della città e dei suoi abitanti. È un quartiere difficile da catalogare, dove si trovano incredibili palazzi barocchi, mercati popolari e antiche catacombe, ed è proprio qui che nacque il grande Totò (in via Santa Maria Antesaecula al numero 109). Tra i palazzi barocchi da non perdere ci sono sicuramente il Palazzo dello Spagnuolo e il Palazzo Sanfelice. La scalinata che abbellisce il Palazzo dello Spagnuolo è veramente un capolavoro, una doppia rampa che all’epoca veniva utilizzata anche dai cavalli per portare in cima i cavalieri. Fu progettata da Sanfelice nel 1738 ed è diventata l’ambientazione anche di diversi film di De Sica ma anche della serie “Gomorra”. Sempre dello stesso architetto (e non meno bella), c’è la scalinata del palazzo che prende il suo nome. Palazzo Sanfelice e dello Spagnuolo sono inclusi in un bellissimo tour di 3 ore che percorrere il Miglio Sacro di Napoli, da San Gennaro fino al Rione Sanità (vedi qui sotto), dove si visitano anche la catacombe di cui vi parlo nei prossimi paragrafi.

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murales dedicato al Napoli nel Rione Sanità
murales dedicato al Napoli nel Rione Sanità
Palazzo dello Spagnuolo Napoli
Palazzo dello Spagnuolo

3. Cimitero delle Fontanelle  

Il cimitero delle Fontanelle è un posto a dir poco affascinante, e considerato che si tratta di un luogo di sepoltura, potrebbe fare un certo effetto. Devo ammettere di aver visto pochissimi luoghi così intrisi di spiritualità in giro per il mondo. Questo cimitero si trova in una grande grotta (anzi, più grotte collegate tra loro) dove vennero conservate le spoglie di circa 8000 persone vittime della peste del 1656 e poi di altrettante durante l’epidemia di colera del 1837. Una cinquantina di anni dopo, a fine ‘800, la grotta divenne un luogo di culto per l’adorazione dei morti. Gli adepti “adottavano” un teschio e pregavano per l’anima del defunto, seguendo un culto chiamato delle “anime pezzentelle”. I teschi vennero sistemati in teche e gli adepti vi portavano (e vi portano ancora) degli ex voto. Nel 1969 il cimitero venne chiuso, ma in anni recenti è stato riaperto e non è difficile vedere persone che pregano davanti ai teschi. È un luogo pieno di leggende incredibili e le guide vi appassioneranno con i loro racconti. Potete visitarlo anche da soli, ma con le guide avrete tutt’altro tipo di esperienza. Le visite sono organizzate dalla Cooperativa sociale “La Paranza” e potrete prenotarle a questo link. Il cimitero è momentaneamente chiuso per lavori di ristrutturazione straordinaria ma dovrebbe riaprire entro la fine del 2024.

Se vai a Napoli per la prima volta ti consiglio di leggere prima l’articolo su Cosa vedere a Napoli in 3 giorni

cimitero delle Fontanelle
cimitero delle Fontanelle
cimitero delle Fontanelle - Napoli insolita
cimitero delle Fontanelle

4. Catacombe di San Gaudioso 

Oltre al cimitero delle Fontanelle, nel Rione Sanità si trovano anche delle affascinanti catacombe ellenistiche e paleocristiane, tra cui quelle di San Gaudioso e di San Gennaro (vedi paragrafo successivo). Il nome del Rione, infatti, fa proprio riferimento alla purezza e alla salute derivante da alcune leggende legate alle tombe dei Santi. Sotto il quartiere ci sono ben 9 complessi catacombali, di cui solo alcuni sono stati scoperti. Le catacombe di San Gaudioso risalgono ad un periodo che va dal IV al V secolo d.C. e vennero ampliate in seguito alla sepoltura del vescovo nordafricano nel 451 d.C. Nel Basso Medioevo furono poi abbandonate a causa di frane e traffici di reliquie e tornarono ad essere un sito sepolcrale solo nel XVI secolo, prima di essere poi abbandonate di nuovo. Le catacombe di San Gaudioso sono state restaurate solo di recente e l’accesso alle si trova all’interno della Basilica Santa Maria della Sanità, sotto l’altare maggiore. Sono aperte da lunedì a domenica dalle 10:00 alle 17:00 (ultimo ingresso ore 17:00), sono invece chiuse di mercoledì. 

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Catacombe di San Guadioso, Napoli
Catacombe di San Guadioso

5. Catacombe di San Gennaro

Camminando su Via Sanità verso il Museo di Capodimonte, in 15 minuti raggiungerete le Catacombe di San Gennaro, il cui ingresso è adiacente alla Basilica del Buon Consiglio. Queste catacombe hanno origine nel II secolo d.C. come sepolcro di una famiglia gentilizia e sono divise su due livelli, entrambi molto ampi, grazie alla lavorabilità e alla solidità del tufo. Successivamente trasformate in un centro di culto, dopo la traslazione delle reliquie di San Gennaro nel V secolo, le catacombe diventarono un importante luogo di devozione. Tuttavia, quando iniziarono i furti delle reliquie e il trasferimento dei santi vescovi in città, le catacombe subirono un lungo periodo di abbandono fino al XVIII secolo, quando tornarono a interessare gli studiosi e i visitatori del Grand Tour. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le catacombe furono usate come rifugi antiaerei, subendo ulteriori danni. Solo nel 1969, grazie ad una nuova campagna di scavi, furono scoperte la Cripta dei Vescovi e la Tomba di San Gennaro e ancora oggi, nella Basilica ipogea di Sant’Agrippino viene celebrata la messa. Le catacombe di San Gennaro sono aperte dal lunedì alla domenica dalle 10:00 alle 17:00 (ultimo ingresso ore 17:00) e sono chiuse il mercoledì. Il biglietto d’ingresso è incluso se acquistate il tour delle catacombe di San Gaudioso.

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Catacombe di San Gennaro, Napoli
Catacombe di San Gennaro

6. San Giovanni a Carbonara e la Cappella Caracciolo

Offuscata dalla sua vicinanza al Duomo di Napoli, la Chiesa di San Giovanni a Carbonara è veramente una chicca, ancora troppo poco conosciuta per chi visita Napoli. Eretta tra il 1339 e il 1343 grazie alle donazioni del nobile Gualtiero Galeota, fu donata poi ai Padri Agostiniani, segnando così l’inizio del monastero e della chiesa. Nel corso degli anni, subì numerose modifiche strutturali e stilistiche, soprattutto durante il periodo Angioino. Sempre in questi anni si avviò anche un forte legame con il casato dei Caracciolo, che durerà poi per tutto il XVI secolo. La complessa struttura include anche la chiesa di Santa Monica e la chiesa della Consolazione a Carbonara. Accessibile tramite uno scalone monumentale progettato dal Vasari e un portone del ‘400, l’interno è caratterizzato da una navata unica con cappelle laterali e dall’imponente Altare Miroballo. La chiesa ospita anche il mausoleo di re Ladislao di Durazzo e la magnifica Cappella Caracciolo del Sole, arricchita da affreschi e pavimenti maiolicati del XV secolo. La Crocifissione di Giorgio Vasari, presente nella cappella della famiglia Somma, è l’unica opera del maestro ancora presente nella chiesa. Fate attenzione agli orari di apertura prima di andare, normalmente è aperta solo la mattina, fino alle h14.

Chiesa di San Giovanni a Carbonara, Napoli
Chiesa di San Giovanni a Carbonara
Cappella Caracciolo, Chiesa di San Giovanni a Carbonara, Napoli
Cappella Caracciolo, Chiesa di San Giovanni a Carbonara

7. Chiesa Museo di Santa Luciella ai Librai

Il culto della “anime pezzentelle” e delle “capuzzelle” si ritrova anche in questa piccola chiesa nascosta in un vicoletto di Spaccanapoli. La Chiesa di Santa Luciella ai Librai venne fondata nel XIV secolo e dedicata a Santa Lucia, protettrice della vista. Proprio per questa ragione, la chiesetta divenne il luogo di culto della Corporazione dei Piperni, Tagliamonti e Fabbricatori, la cui vista e i cui occhi erano sempre a rischio nello svolgimento del lavoro. La chiesa venne poi abbandonata e utilizzata dagli abitanti del quartiere più o meno come discarica. Solo nel 2013, grazie alla buona volontà di tre ragazzi che hanno fondato l’Associazione Respiriamo l’Arte, è iniziato il recupero di questo piccolo tesoro e del suo ipogeo. Si, perchè sotto la navata della chiesetta c’è un piccolo cimitero (come si usava prima dell’editto Napoleonico) dove sono custodite le capuzzelle. A questi teschi di persone senza nome i napoletani rivolgevano, e rivolgono ancora, preghiere in cambio di grazie e protezione. Un culto antico ma vivo, perchè tutt’oggi molte persone vengono qui e lasciano ex-voto e messaggi nell’ipogeo nella speranza di essere ascoltati. La chiesetta può essere visitata partecipando ad una visita guidata dal costo di 6 euro.

Chiesa Museo di Santa Luciella ai Librai, Napoli
Chiesa Museo di Santa Luciella ai Librai
Ipogeo della Chiesa di Santa Luciella ai Librai, Napoli
Ipogeo della Chiesa di Santa Luciella ai Librai

8. Complesso dei Santi Marcellino e Festo

Per una volta posso dire di esser stata fortunata, la mia curiosità è stata premiata. Gironzolando tra i vicoli dietro la fermata della metropolitana “Università” sono entrata nella sede del Dipartimento di Scienze Politiche e mi sono trovata in un magnifico chiostro con fontane, porticati, tempietti, ma anche banani e palme. Il chiostro fa parte del Complesso dei Santi Marcellino e Festo a cui ha contribuito, negli anni, anche Luigi Vanvitelli, l’architetto che ha progettato la Reggia di Caserta. Da una porticina del chiostro si accede alla chiesa del vecchio convento e si viene travolti da un tripudio di marmi, stucchi e dipinti barocchi. La chiesa normalmente è chiusa al pubblico, ma il giorno in cui ci sono stata io c’era un evento, un concerto, e sono potuta entrare (mi riferivo a questo quando parlavo di fortuna). Il chiostro è veramente un’oasi di pace e da qui si accede anche al Museo di Paleontologia, che conserva tre bellissimi pavimenti maiolicati opera degli stessi maestri ceramisti che hanno decorato il chiostro di S.Chiara. 

Chiesa del Complesso dei Santi Marcellino e Festo, Napoli
Chiesa del Complesso dei Santi Marcellino e Festo
Chiostro del Complesso dei Santi Marcellino e Festo, Napoli
Chiostro del Complesso dei Santi Marcellino e Festo

9. Villa Doria D’Angri 

Villa Doria d’Angri è una delle più importanti ville neoclassiche italiane e si trova su uno sperone della collina di Posillipo. Fu costruita nel 1833 per volere del principe Marcantonio Doria d’Angri, l’ultimo esponente della famiglia, come dimora di svago e di prestigio. La proprietà si estendeva lungo il crinale della collina e arrivava alla spiaggia di Mergellina con terrazzamenti di vigneti ed alberi da frutto (ancora oggi include un parco di 18,000 mq). Gli spazi interni sono decorati con motivi pompeiani, e tutti gli ambienti sono pieni di specchi, maioliche e stucchi; la struttura monumentale include anche una pregevole pagoda cinese ottagonale. La vista dai suoi terrazzi e dai suo giardini toglie davvero il fiato. Nel 1880 Villa Doria d’Angri ospitò per diversi mesi Richard Wagner ed è qui che completò il “Parsifal” e scrisse il libro autobiografico “La mia vita”. La villa fa parte dal 1998 dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, ed è visitabile liberamente il lunedi e venerdi alle ore 10, oppure nell’ambito del Maggio dei Monumenti di Napoli o nelle giornate del FAI. La villa si trova in Via Francesco Petrarca 80

10. Museo Pignatelli

Da grande amante delle dimore storiche quale sono, non potevo lasciarmi scappare quest’altra magnifica villa neoclassica d’ispirazione pompeiana che si trova a Chiaia, a pochi passi dalla Villa Comunale e poco lontano dal mare. Il Museo Pignatelli occupa l’omonima villa, progettata da Pietro Valente nel 1826 su commissione dell’Ammiraglio Ferdinando Acton. Venne successivamente acquistata ed ampliata dalla famiglia Rothschild nel 1841, per poi essere venduta nel 1867 al principe Diego Aragona Pignatelli Cortes. Villa Pignatelli venne infine donata allo Stato Italiano dalla principessa Rosina Pignatelli nel 1955, con tutti gli arredi e le collezioni di famiglia. La villa è davvero principesca e ospita spesso convegni, mostre ed eventi culturali. Nel piano nobile è possibile vedere le sale con i bellissimi arredi e dipinti originali, mentre il primo piano ospita la Casa della Fotografia. Negli spazi un tempo occupati dalle scuderie, invece, c’è un interessante Museo delle Carrozze. Il biglietto d’ingresso a Villa Pignatelli costa 5 euro. 

Villa Pignatelli, Napoli
Villa Pignatelli
Sala di Villa Pignatelli, Napoli
Sala di Villa Pignatelli

11. Made in Cloister

Nel mio ultimo vagabondaggio napoletano ho scovato questo bel progetto di rigenerazione urbana, ovvero la Fondazione Made in Cloister, che ha ristrutturato quello che era l’ex-lanificio di Porta Capuana. Il progetto è iniziato con la ristrutturazione del chiostro della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, che si trova proprio accanto alla porta, in una zona popolare e non facile di Napoli. La Fondazione ospita esposizioni di arte contemporanea; nel 2024 e 2025, ad esempio, vi si svolge la seconda edizione di Interaction Napoli, una mostra biennale site-specific sul tema “L’altro e l’Alterità”, con opere di 30 artisti provenienti da ogni parte del mondo. All’interno della Fondazione c’è anche un bar-ristorante di design molto bello dove spesso fanno eventi serali. Devo ammettere che è stata proprio una bella scoperta! Il biglietto d’ingresso costa 5 euro.

Fondazione Made in Cloister, Napoli
Fondazione Made in Cloister
Fondazione Made in Cloister, Napoli
Fondazione Made in Cloister

12. Museo Madre e Museo Jago

Rimanendo sempre in tema arte contemporanea, se siete appassionati del genere vi consiglio di visitare anche il Museo Madre Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina,  ospitato nell’ottocentesco palazzo Donnaregina, vicinissimo alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara. Il Museo si sviluppa su tre piani, con una parte di esposizione permanente (con opere di Koons, Palladino, Clemente ed altri) e una parte dedicata alle esposizioni temporanee. A pochi passi dal Madre, nella Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi nel Rione Sanità, c’è poi il Museo Jago, che espone le opere dello scultore napoletano, ormai famoso in tutto il mondo. La chiesa è riaperta nel 2023 grazie a finanziamenti privati ed oggi ospita le bellissime opere di Jago. Il biglietto d’ingresso costa 8 euro. 

Museo Madre, Napoli
Museo Madre
Palazzo Donnaregina, Museo Madre, Napoli
Palazzo Donnaregina, Museo Madre

13. Pausylipon e il Parco Vergiliano

Avevo trovato un volantino sul parco archeologico di Pausylipon nel b&b dove alloggiavo diversi anni fa e mi aveva incuriosito, ma quello che ho visto andandolo a visitare è stato ancora più sorprendente! Sulle guide di Napoli, perlomeno fino a qualche anno fa, non c’era traccia di questo posto e non capisco proprio come sia stato possibile. Si può visitare con una visita accompagnata o guidata (qui trovate tutte le informazioni per prenotare) ed è lontano dal centro, oltre Marechiaro (il taxi è il mezzo migliore per raggiungerlo), ma ne vale assolutamente la pena. Si entra dalla Grotta di Seiano in via Coroglio e, superata la grotta, si arriva al Parco Archeologico di Pausylipon dove si può ammirare ciò che resta della lussuosa villa di Pollione che si estende dal promontorio che domina la splendida baia di Trentaremi fino a mare. C’è un teatro praticamente intatto e altre strutture che facevano parte della villa, ma soprattutto un belvedere da cui si può ammirare il mare, e gli Isolotti della Gaiola e dallo Scoglio di Virgilio. Tornando poi verso il centro fermatevi a visitare il Parco Vergeliano, dove si trova uno dei tunnel romani più lunghi del mondo (che collegava Napoli a Pozzuoli) e le tombe di due personaggi più che illustri: il poeta Virgilio (che morì a Brindisi, ma le cui spoglie vennero poi portate a Napoli) e nientepopodimeno che Giacomo Leopardi

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sito archeologico di Pausylipon  , Napoli
sito archeologico di Pausylipon
vista dal sito archeologico di Pausylipon
vista dal sito archeologico di Pausylipon

14. Galleria Borbonica

Un altro luogo a dir poco pazzesco e insolito di Napoli è la Galleria Borbonica, che si trova nel centro storico. Tutti (o quasi) conoscono Napoli Sotterranea, ma pochissimi sanno dell’esistenza di questa incredibile opera architettonica e ingegneristica che risale a metà dell’800. Ordinata da Ferdinando II di Borbone nel 1853, questa galleria doveva collegare Palazzo Reale con piazza Vittoria, vicino al mare e alle caserme. Doveva essere un percorso militare rapido, una via di fuga per i monarchi, e le gallerie dovevano essere ampie almeno 4 metri e avere dei lampioni per l’illuminazione a gas. Durante la II Guerra Mondiale la Galleria Borbonica ed altre ex cisterne limitrofe furono utilizzate come ricovero dei cittadini. Vi alloggiarono tra i 5.000 ed i 10.000 napoletani le cui case erano state distrutte. Dopo la guerra e fino al 1970 la Galleria fu utilizzata come Deposito Giudiziale Comunale. Per visitarla avete potete partecipare una visita guidata che percorre la Via delle Memorie. Su questo sito trovate tutte le informazioni sugli orari e potrete prenotare la visita.

15. Farmacia degli Incurabili e Lazzaretto

Annessa all’ospedale rinascimentale di Santa Casa degli Incurabili, situato a pochi passi da Spaccanapoli, la Farmacia degli Incurabili è un vero e proprio gioiello barocco. Alla sua realizzazione lavorarono i più grandi architetti di Napoli (gli stessi delle Reggia di Caserta) ed è una magnifica spezieria che racconta la storia della medicina e della farmacologia. All’interno della Farmacia degli Incurabili si possono osservare preziosi vasi e urne che contenevano le spezie e i medicamenti antichi, compresa la leggendaria teriaca, una mistura contenente tra l’altro oppio, carne e pelle di vipera che era considerata la panacea di tutti i mali. Lì accanto c’è anche il Museo delle Arti Sanitarie con un’inquietante collezione di antichi strumenti chirurgici e il bellissimo Orto Medico (chiamato Orto de’Semplici), un magnifico giardino di piante ed erbe officinali. La Farmacia degli Incurabili è visitabile il mercoledì, venerdì e sabato dalle 9.00 alle 17.00. Vengono organizzati dei tour guidati di circa un’ora e mezza, con i quali si visitano anche il Museo delle Arti Sanitarie e di Storia delle Medicina, l’Orto e il Chiostro di Santa Maria delle Grazie nel Complesso dell’Ospedale degli Incurabili. E’necessaria la prenotazione chiamando al numero 081440647, oppure scrivendo all’indirizzo mail: info@ilfarodippocrate.it.Il contributo richiesto è di 10,00 euro a persona. Continuando sullo stesso filone, vale la pena fare un salto anche all’Ospedale della Pace e al Lazzaretto, un edificio che ospita l’Anagrafe, ma che ha recentemente aperto al pubblico le vecchie sale del Lazzaretto. Oggi qui si possono vedere mostre estemporanee ed è possibile entrare solo il venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle h13:30.

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Ospedale della Pace e Lazzaretto, Napoli
Ospedale della Pace e Lazzaretto

16. Il Petraio e la Pedamentina di San Martino

Essendo stata costruita su diverse colline, Napoli è piena di scale e scalinate e ce ne sono due a cui sono particolarmente affezionata : il cosiddetto Petraio e la Pedamentina di San Martino. Il Petraio collega Castel Sant’Elmo con Chiaia e parte da via Annibale Caccavello, proprio dietro la stazione della funicolare di Montesanto. In origine era un alveo alluvionale del Vomero e ci venne poi costruito intorno un borgo con palazzetti in stile Liberty napoletano, realizzati nei primi anni del XX secolo (come villa Ascarelli, Villa Pansini e Villa Mellucci). Oltre alla bellezza delle case che si incontrano, scendendo avrete dei magnifici scorci sul golfo. La Pedamentina di San Martino scende impervia dal piazzale antistante la Certosa di San Martino e arriva, con 440 gradini, fino a Spaccanapoli. La scalinata fu costruita a partire dal XIV secolo e attraversa orti e altri spazi verdi appartenuti un tempo alla Certosa. Anche da qui gli scorsi sul mare sono magnifici. Percorrere queste scalinate, soprattutto verso il tramonto, mi trasmette sempre un sacco di pace interiore.

il Petraio a Napoli
Il Petraio

17. L’Arte sotterranea

Con il termine Arte Sotterranea a Napoli si fa riferimento alle diverse fermate della metro (principalmente lungo la Linea 1) che sono state progettate e decorate da artisti di fama internazionale con Kounellis, Karim Rashid, William Kentridge, Bob Wilson e tanti altri. Tra le più spettacolari ci sono sicuramente la stazione Toledo (che con i suoi mosaici e le sue luci ricorda il mare e gli abissi), la stazione Materdei (con un’installazione di Fiat 500), la stazione Museo (con tante istantanee realizzate da famosi fotografi italiani) e la stazione Dante (con l’installazione fatta di scarpe e altri oggetti personali a cura di Kounellis). Da segnalare che la stazione di Toledo ha vinto più volte il titolo di “stazione della metro più bella d’Europa”. Comprando un biglietto ordinario della metro avete quindi l’opportunità di visitare un museo d’arte contemporanea sotterraneo. 

Stazione Toledo a Napoli
la Stazione Toledo
La stazione della metro Università, Napoli
La stazione della metro Università

18. Palazzo San Teodoro 

Se siete appassionati di palazzi storici come me, non potrete perdervi quest’altro gioiellino, ovvero Palazzo San Teodoro, una specie di reggia in miniatura affacciata sulla Riviera di Chiaia. Il mobilio e l’arredo conservano ancora la magnificenza delle maestranze artigiane che servivano i Borbone. La sala più impressionante è il grande Salone da Ballo con specchiere, stucchi e grandi affreschi. Notevole anche la Galleria con grandi vetrate, lampadari di bronzo dorato e cristallo, così come gli altri saloni i cui soffitti sono affrescati con soggetti ad ispirazione ellenistica ed ercolanense (tra cui il Salone degli Specchi e la sala da pranzo). La visita guidata al palazzo è un mix tra il reale e il virtuale. Grazie a due app e una visiera, infatti, il visitatore potrà immergersi in una realtà virtuale e viaggiare nel tempo e nella storia. Le visite si possono effettuare solo prenotando al numero verde 800 911 115 o tramite il sito. I proventi sono destinati al mantenimento e alla conservazione della casa-museo. La durata complessiva della visita guidata è di circa 50 minuti.

19. Parco Sommerso di Baia

Chiudo (momentaneamente) questo articolo dedicato ai luoghi insoliti di Napoli con un parco archeologico che ho scoperto solo recentemente e che non vedo l’ora di visitare. Parliamo del Parco sommerso di Baia, un’area marina protetta che include l’antica fascia costiera, dall’attuale porto di Baia al “Pontile della Pirelli” a Pozzuoli. Il Parco è definito “la Pompei sommersa”, poiché ha una struttura simile a quella della città romana. Baia era celebre per le sue acque termali e per la bellezza paesaggistica, e fu un rinomato centro residenziale fin dal I secolo a.C., frequentato dall’aristocrazia romana e dalla famiglia imperiale. Le lussuose ville di personaggi illustri come Cicerone, Pompeo Magno e Marco Antonio costeggiavano il lago Baianus. Il progressivo sprofondamento della costa a causa del bradisismo, iniziato nel IV secolo d.C., portò all’abbandono delle ville ma conservò i loro resti, che emergono oggi come testimonianza del passato. Nel 1969 a Punta Epitaffio furono rinvenute due statue di marmo che diedero inizio agli scavi e alla conservazione del sito. Il Parco Sommerso di Baia può essere esplorato in barca, facendo immersioni, snorkeling o in canoa. 

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Palazzo San Teodoro a Napoli
Palazzo San Teodoro

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Mi chiamo Valentina Borghi e sono una viaggiatrice esperta e una travel blogger / travel influencer full time dal 2018. Sono anche una nomade digitale e trascorro buona parte dell’anno in viaggio, da sola o accompagnando gruppi in giro per il mondo. Amo i vulcani, i deserti, il Sudamerica e l’Asia Centrale, amo i gatti, New York, l’astronomia, e la musica elettronica. Ho visitato 90 paesi del mondo e se mi chiedete qual è il mio viaggio della vita..decisamente l’Antartide!

4 commenti su “Napoli insolita: 20 luoghi da non perdere”

  1. Un solo appunto: lo scultore Jago non è napoletano. È di Anagni, cioè di Frosinone, Lazio. Grazie per gli interessanti spunti!!

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