Dall’alba dei miei 5 anni di blogging, di cui 3 da professionista full time, è arrivato il momento di rispondere alla domanda che mi fate più spesso, tramite ogni canale possibile (mail, FB, Instagram, ecc): “come hai fatto a diventare blogger?” Ogni volta che qualcuno mi chiede di spiegargli come si diventa travel blogger e cosa significa nel concreto rispondo che è una domanda la cui risposta richiede troppo tempo (a maggior ragione tramite social) e spero che, dopo aver letto questo articolo, capirete finalmente il perchè. Non è cattiveria giuro!! Ad ogni modo sto ponendo rimedio e, se arriverete alla fine, avrete tutte le risposte che cercate (almeno spero).
In questo articolo:
Come ho iniziato: il primo anno di blogging
Come buona parte dei blogger di qualsiasi settore..ho iniziato per gioco, per hobby, nel gennaio del 2015. Avevo lasciato il mio lavoro da ricercatrice farmaceutica da ormai 2 anni (o forse 3, neanche me lo ricordo..) e mi ero buttata in altri settori facendo un pò di tutto, pr, organizzazione eventi e chi più ne ha più ne metta. Di tempo libero ne avevo parecchio e continuavo a ricevere telefonate e mail di amici che mi chiedevano consigli sui viaggi. Questo in realtà succedeva da sempre perchè viaggio da quando sono bambina (vengo da una famiglia di viaggiatori incalliti) e sono sempre stata considerata una specie di guru dei viaggi. Molti hanno iniziato a suggerirmi di aprire un blog e scrivere lì tutte le varie info pratiche di viaggio che andavano per la maggiore. Nel 2015 di travel blog ce n’erano già tanti e io non ne sapevo assolutamente nulla di blogging (oltre al fatto che scrivere non era esattamente il mio forte, avendo maneggiato numeri e formule chimiche fino ad allora). Potendo contare sull’aiuto di mio fratello Stefano che, tra le varie cose, faceva anche siti internet, decidiamo insieme di mettere in piedi questo benedetto blog. Beborghi.com va on-line a gennaio 2015 e io inizio a scrivere qualche articolo sui miei viaggi più recenti (sul “Come si crea un sito web” vi rimando a quest’altro articolo). Non avendo neanche una minima infarinatura di SEO (Search Engine Optimization: ottimizzazione della scrittura per i motori di ricerca, per far sì che le persone trovino il suo sito quando cercano info di viaggi) e di blogging in generale, ho iniziato a scrivere più o meno a caso, di argomenti vari (viaggi, cibo, arte, ecc), senza rispettare nessuna delle regole d’oro del blogging (che avrei poi appreso successivamente). Insieme al blog naturalmente ho aperto anche i canali social di Beborghi (su Facebook e su Instagram) e ho iniziato a condividere i miei articoli anche lì. Per i primi 6-9 mesi scrivevo quando avevo tempo e dedicavo al blog poche ore a settimana, ma i follower sui social iniziavano a salire, così come le views sul blog (probabilmente grazie anche al fatto che facevo la Pr a Milano e molte persone mi conoscevano). A giugno 2015 ho scritto questo articolo su “Mangiare all’aperto a Milano e spendere poco” e, come mia grande sorpresa, è diventato virale! Ricordo ancora la mia faccia quando ho visto il numero di condivisioni su Facebook (centinaia!) e il numero di visite sul blog (più di 5000 in un solo giorno! Non credo di aver più raggiunto un numero del genere in un giorno solo). Piano piano ho iniziato a prenderci gusto, la scrittura migliorava e io mi divertivo sempre di più a scrivere. A quel punto ho deciso di investire più tempo (e denaro) sul blog partecipando ad un paio di corsi di blogging e studiando la SEO (sempre santo mio fratello Stefano che, sin dall’inizio, è stato il mio webmaster ed è stato dietro a tutti gli aggiornamenti di Google, insegnandomi buona parte delle nozioni che ho adesso).
Travel blogger: da hobby a lavoro full time
Nel 2016, ovvero durante il secondo anno di vita del blog, ho continuato a lavorare (all’epoca lavoravo part-time presso il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano) e scrivevo quando avevo tempo, ma sempre di più. Grazie alle mie conoscenze (che erano tante, perchè continuavo a fare la Pr a Milano) sono iniziati ad arrivare i primi inviti a partecipare a dei blog tour (dei “viaggi” insieme ad altri blogger/giornalisti organizzati da hotel/enti del turismo, ecc per promuovere il territorio o la struttura), e questi inviti sono aumentati dopo aver partecipato alla più grande fiera di turismo europea che è l’ITB, che si tiene ogni anno a Berlino nel mese di marzo. Posso serenamente dire che quella fiera mi ha aperto un mondo! È una fiera immensa dove sono rappresentati praticamente tutti i paesi del mondo. Io sono arrivata lì assolutamente impreparata, con in mano i miei biglietti da visita e il mio ridicolo Media Kit (il CV dei blogger, dove ci sono le statistiche del blog, le visite, i numeri dei social, ecc) e ho iniziato a prendere le misure, buttandomi nella mischia e andando a parlare con i vari responsabili marketing e comunicazione dei paesi che mi interessavano. Con il senno di poi probabilmente ho deciso in quel momento che avrei voluto provare a fare la travel blogger full-time. Tornata dalla fiera infatti sono stata invitata a diversi viaggi stampa previsti per l’autunno dello stesso anno e mi sono resa conto che non sarei potuta partire continuando a lavorare anche solo part-time in Dipartimento. Potendo contare su un pò di soldi che avevo messo da parte (senza questi non avrei potuto fare questa scelta, ed è importante tenerlo a mente!) ho deciso di buttarmi sul blog full time a partire da settembre 2016 e provare a farlo diventare il mio lavoro a tempo pieno.
Com’è la vita di un blogger professionista
Da quel momento in poi la mia vita è diventata un’alternanza di viaggi (da sola, viaggi stampa, viaggi di gruppo), scrittura, lavorazione delle foto/video, studio/aggiornamento e partecipazione ad eventi di settore (fiere, workshop, ecc). Vi dico subito che da quel momento in poi ho iniziato a lavorare tantissime ore al giorno, molte di più di quelle che lavoravo prima quando ero dipendente. Lo dico perchè mi rendo conto che nel pensiero comune il travel blogger viaggia gratis, scrive quando capita, posta sui social e poco più. Ecco, vi dico che è parecchio diverso da così. Come dico sempre, non è tutto oro quello che luccica, incluso il fatto di viaggiare per buona parte dell’anno (a occhio, negli ultimi 2 anni ho viaggiato cumulativamente per quasi 6 mesi all’anno, ogni anno!). Tenere in piedi un blog e guadagnare (almeno un pò) da quello comporta un aggiornamento continuo su tantissimi aspetti (tecnologici, di SEO, ecc). Il 90% della vita di un blog dipende da Google, e Google cambia continuamente le regole del gioco, decide di premiare o penalizzare contenuti in base a dei parametri che possiamo solo intuire analizzando i numeri e non ci possiamo permettere di stare fermi. Questo significa spendere un sacco di tempo per aggiornarsi su nuovi tools/plug in, analizzare i dati del blog (visite, contenuti più visti, analisi key word, ecc) e applicarli nella scrittura dei nuovi articoli e dei nuovi contenuti. Le cose da fare sono davvero tante, credetemi! Se a questo aggiungete che parte del mio lavoro consiste anche nello scrivere contenuti a pagamento per altri siti (come Skyscanner ad esempio, ma non solo..) e accompagnare viaggi come tour leader per Weroad..vi spiegherete perchè comunque non riesca a scrivere più di 4-5 articoli al mese su Beborghi e sia perennemente indietro rispetto ai tanti viaggi che faccio.
Come si guadagna con un blog (e dai viaggi in generale)
Dedico l’ultimo paragrafo agli aspetti remunerativi di questo lavoro, che è un’altra delle domande che mi fate spesso. Ordunque, ci sono diversi modi di guadagnare con un blog e, più in generale, dai viaggi. I principali per un travel blog sono questi (e io li uso un pò tutti) ed è sottinteso che, più i numeri del blog sono alti, più salgono i guadagni:
- scrittura di articoli per altri siti/blog
- vendita foto/video
- vendita di back-link/articoli sponsorizzati
- banner pubblicitari sul blog
- affiliazioni
- campagne di marketing per brand, Enti del Turismo, ecc
- lavorando come accompagnatore/tour leader
- consulenze di travel design
Se siete arrivati fin qui (e senza sangue dal naso)..spero che vi sarà più chiaro quello che faccio e come ci sono arrivata 🙂
Dopo quest’articolo, cercherò di scriverne altri più specifici su come si crea un sito web/blog da zero, sugli errori da evitare e su cosa serve secondo me per far funzionare un blog (il tutto partendo dalla mia esperienza).