Cosa vedere a Sarajevo (GUIDA COMPLETA)

Sarajevo mi è entrata sotto la pelle. Sognavo di visitarla da tanti anni, probabilmente anche grazie alla lettura di “Venuto al mondo”, il bellissimo libro della Mazzantini e, quando ho visto che Ryanair aveva messo dei voli diretti da Milano a Sarajevo, non mi sono lasciata sfuggire l’occasione. Da bambina ero stata nell’attuale Bosnia (quando ancora si chiamava Jugoslavia), ma soltanto a Mostar e in altre località vicino alla costa croata. Sarajevo invece si trova tra le montagne, all’interno, ed è la città che, più di ogni altra in Europa, rappresenta il crocevia tra Est e Ovest, tra l’impero Bizantino ed Ottomano e quello Romano ed Austro Ungarico. Solo qui vedrete lungo la stessa strada una moschea, una chiesa ortodossa, una cattolica ed una sinagoga. Fino a che non scoppiasse la guerra nel 1991, infatti, Sarajevo era una città multietnica con una grande tradizione di tolleranza ed integrazione. Tra il 1991 e 1996 c’è stato poi l’inferno, la pagina più buia della storia d’Europa dopo la II Guerra Mondiale, con l’assedio e il genocidio dei bosniaci musulmani. Anche allora, come oggi a Gaza, il mondo stette a guardare e decine di migliaia di civili innocenti morirono indifesi sotto gli occhi dei paesi occidentali. Oggi Sarajevo cerca di voltare pagina, ma le sue ferite sono ancora aperte e ben visibili. Queste ferite potrebbero, dovrebbero, essere un monito per tutto il mondo, ma sappiamo bene che non è così. Con questo articolo, oltre a raccontarvi cosa vedere a Sarajevo e a darvi le informazioni pratiche per visitarla, spero di riuscire a trasmettervi tutto l’amore che ho provato (e che provo) per questa città. 

Tramonto dal Bastione  Giallo, Sarajevo
Tramonto dal Bastione Giallo, Sarajevo

Come raggiungere Sarajevo dall’Italia e come muoversi

Raggiungere Sarajevo in aereo: finalmente è possibile raggiungere Sarajevo dall’Italia con un volo diretto da Milano. Ryanair garantisce, infatti, 3 voli a settimana dall’Aeroporto di Orio al Serio. Dalle altre città italiane, attualmente dovrete fare almeno uno scalo. In alternativa potete volare su Dubrovnik (ci sono voli diretti stagionali da diverse città italiane) e da lì prendere un transfer per Sarajevo. Diverse agenzie che organizzano escursioni a Mostar prevedono anche il transfer per Sarajevo e viceversa. 

Raggiungere il centro di Sarajevo dall’aeroporto: potete prendere l’autobus (che ferma davanti al Municipio e costa circa 5 euro) oppure un taxi (che costa circa 25 euro). Una volta arrivati in città è possibile visitare quasi tutti i luoghi di interesse a piedi. Solo per raggiungere il “Tunnel della speranza”, il cimitero ebraico e il Museo Nazionale vi conviene prendere un taxi (sono economici). 

Documenti necessari per entrare in Bosnia-Erzegovina

Per entrare in Bosnia-Erzegovina, che sia via terra o via aerea, è necessario il passaporto o la carta d’identità (elettronica o cartacea) valida per l’espatrio, purchè abbiano almeno tre mesi di validità residua.


Palazzi crivellati a Sarajevo, Bosnia
Palazzi crivellati a Sarajevo

La moneta e il cambio: il Marco Bosniaco (KM)

La Bosnia-Erzegovina è fuori dall’Eurozona e si usa il Marco Bosniaco (indicato con la sigla KM). Fare i conti è molto facile perchè il rapporto con l’Euro è di 2 a 1, ovvero 2 Marchi equivalgono a 1 Euro. Come per l’Albania, per evitare commissioni assurde sui prelievi vi consiglio di partire con un bel pò di contanti. Gli uffici di cambio si trovano ovunque e diversi esercenti accettano anche gli Euro. Le carte di credito non sono accettate da tutti, soprattutto fuori da Sarajevo ma anche in città, quindi bisogna avere sempre del contante con sé. 

Quando andare a Sarajevo

Le stagioni migliori per visitare Sarajevo sono quelle intermedie, la primavera e l’autunno, soprattutto se intendete visitare anche Mostar e altre località dell’Erzegovina (dove fa sempre più caldo). In estate può fare molto caldo a Sarajevo (a Luglio ho beccato 35°), ma dopo il calar del sole si sta benissimo e quasi ci vuole la felpetta. L’inverno, a meno che non vogliate andare a sciare nei dintorni, non ve lo consiglio, fa freddissimo e potreste trovare la neve. Molte strutture tra l’altro chiudono nei mesi invernali.

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Marchi Bosniaci (KM)
Marchi Bosniaci (KM)

Dove alloggiare a Sarajevo

Ada Hotel: io ho alloggiato in un questo piccolo hotel familiare a due passi da Piazza Sebilj (Piazza dei Piccioni) e da Bascarsija, il “centro ottomano” della città.  La struttura è molto carina e la famiglia che la gestisce anche. Le camere sono spaziose e comode e la colazione è davvero super. Da qui, in 10’ a piedi potete raggiungere anche il Bastione Giallo, il posto migliore per vedere il tramonto a Sarajevo. 

Ada Hotel, Sarajevo
Ada Hotel, Sarajevo
Colazione dell'Ada Hotel, Sarajevo
Colazione dell’Ada Hotel

Cosa vedere a Sarajevo

Sarajevo è sicuramente una bellissima città, piena di monumenti interessanti, ma quello che più colpisce è l’atmosfera che c’è, la storia che si respira in ogni angolo. Per apprezzarla al meglio sento di darvi 3 consigli: 1) studiate la sua storia prima di partire (ad esempio ascoltando i podcast di Nova Lectio o questo che trovate su Spotify), 2) girate (anche) senza meta e 3) partecipate a delle visite guidate. So che ve lo dico sempre, ma a Sarajevo il racconto di chi la vive (e magari ha vissuto anche l’assedio) è davvero fondamentale per comprendere l’anima di questa città meravigliosa. Io ho partecipato a questo free tour appena arrivata e poi a quest’altro tour sull’assedio di Sarajevo (che vi stra-consiglio! Chiedete di farlo con Almir) e sono stati davvero utilissimi.

Baščaršija: il cuore ottomano di Sarajevo

La visita di Sarajevo non può che iniziare da Piazza Sebilj (chiamata comunemente “piazza dei piccioni”..capirete subito il perchè), il centro della vita cittadina durante la dominazione ottomana (tra il 1440 e il 1878). La piazza è asimmetrica e al centro c’è la principale fontana pubblica di Sarajevo; l’acqua è freschissima e potabile come in tutta la città, ed è comodissima per riempire la borraccia e rifocillarsi nella calura estiva. Dal fondo della piazza inizia Ferhadija, la strada principale, che attraversa la parte ottomana e quella ebraica per terminare poi in quella austro-ungarica. Camminando su Ferhadija si può ripercorrere tutta la storia di Sarajevo: i suoi monumenti e luoghi di culto più importanti, infatti, si trovano tutti lungo questa arteria. Partendo da Piazza Sebilj, quelli da non perdere sono:

  • Morica Han: un antico caravanserraglio restaurato che ospita ristoranti, negozi e bar. La struttura era utilizzata per le soste dei mercanti e per lo scambio delle merci, proprio come avveniva nei caravanserragli di cui vi ho parlato negli articoli sul Kazakistan e sull’Iran.   
  • Moschea di Gazi Husrev-beg: costruita nel 1530, e ricostruita in seguito a varie distruzioni, è la moschea più importante di tutta la Bosnia-Erzegovina. Sentirete il muezzin che richiama alla preghiera dal suo minareto diverse volte al giorno e vedrete uomini e donne che pregano nel suo cortile. Per entrare si deve pagare un biglietto e bisogna avere capo, spalle e gambe coperte. All’angolo della Moschea, in questo punto, c’è una fontana. La leggenda vuole che chi beve quest’acqua tornerà a Sarajevo, e io non me lo sono lasciato dire due volte! 
  • Medersa e Biblioteca di Gazi Husrev-beg: di fronte alla moschea e facente parte dello stesso complesso, si trovano la Medersa (la scuola coranica, ancora attiva e funzionante) e la Biblioteca di Gazi Husrev-beg. Fondata nel 1537, custodisce più di 100.000 volumi e manoscritti in arabo, persiano, bosniaco e tante altre lingue. 
  • Museo Ebraico: si trova all’interno della sinagoga più antica di Sarajevo, costruita nel 1581 e divenuta poi un centro di detenzione per gli ebrei durante l’occupazione nazista di Sarajevo. Completamente ristrutturata, è divenuta un museo nel 1966.
  • Cattedrale cattolica: costruita in stile gotico, è dedicata al cuore di Gesù. Sul sagrato ci sono una scultura dedicata a Papa Giovanni Paolo II dopo la sua visita a Sarajevo nel 1997 e una rosa di Sarajevo (vedi box sotto). 
  • Nuova Chiesa ortodossa serba: a testimonianza della multiculturalità e multi-confessionalità di Sarajevo, pochi metri dopo la Cattedrale cattolica c’è la Chiesa Ortodossa Serba. È tra le più grandi dei Balcani e risale al 1872. 
  • Fiamma eterna: monumento dedicato ai militari, ai partigiani e a tutti coloro che hanno liberato Sarajevo dall’occupazione nazista nell’Aprile del 1946. 

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Moschea di Gazi Husrev-beg, Sarajevo
Moschea di Gazi Husrev-beg
Baščaršija, Sarajevo
Baščaršija
Cattedrale cattolica di Sarajevo
Cattedrale cattolica di Sarajevo

Viječnica: il Municipio di Sarajevo

Il monumentale palazzo del Municipio è l’edificio più rappresentativo del periodo austro-ungarico di Sarajevo. Costruito nel 1896 in stile pseudo-moresco per riflettere lo spirito multiculturale della città, venne poi convertito in Biblioteca Nazionale e Universitaria subito dopo la II Guerra Mondiale. Nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1992, durante l’assedio di Sarajevo, il palazzo venne bombardato dai serbi e prese fuoco. Ci vollero tre giorni per spegnere l’incendio e il 90% dei libri conservati nella Biblioteca Nazionale non riuscì a salvarsi dalle fiamme. A seguito di questo episodio, l’edificio divenne un simbolo dell’assedio (i CSI gli dedicarono anche una canzone, “Cupe Vampe”). Ricostruito e riaperto nel 2014 oggi ospita un’esposizione permanente al pian terreno e delle esposizioni temporanee nei piani superiori. 

Le rose di Sarajevo: camminando per le strade vi capiterà di vedere delle macchie rosse sul pavimento. Sono dei memoriali dell’assedio di Sarajevo che è durato ben 4 anni, dal 1992 al 1996. Durante questi anni i serbi hanno lanciato sulla città centinaia di granate che hanno ucciso migliaia di persone. I crateri provocati dalle granate, la cui forma ricorda quella di un fiore, sono stati dipinti con la resina rossa in memoria delle persone che vi hanno perso la vita. 

Municipio di Sarajevo
Municipio di Sarajevo

Musei sulla guerra e sull’assedio di Sarajevo

A Sarajevo ci sono tanti piccoli musei interessanti, molti dei quali sono dedicati alla guerra nella ex-Jugoslavia, all’assedio di Sarajevo e al genocidio di Srebrenica. Inutile dire che sono molto toccanti, soprattutto se vi fermate a vedere tutta la documentazione visuale (i serbi, come gli israeliani di oggi nel genocidio a Gaza, riprendevano buona parte degli orrori che compivano). In particolare vi consiglio di non perdere:

  • Galerija 11/7/95: fondato dal fotografo Tarik Samarah, questo museo è stupendo, ed è dedicato alla memoria dell’eccidio di Srebrenica attraverso foto, mappe e materiale audiovisivo.
  • Museo dei Crimini contro l’Umanità e sul genocidio 1992-1995: fondato dai superstiti della guerra, per prevenire futuri crimini contro l’umanità. Il museo mostra quello che succedeva veramente a Sarajevo e nel resto della Bosnia (a differenza di quello che veniva scritto e mostrato sui media di tutto il mondo) con oggetti personali, documentari e fotografie.    
  • War Childhood Museum: basato sul libro “War Childhood: Sarajevo 1992-1995” di Jasminko Halilovic, raccoglie storie e oggetti donati da persone che hanno vissuto l’infanzia in un paese/città in guerra. Il museo è interattivo e non è dedicato solo alla guerra in Bosnia, ma a tutte le guerre (ci sono oggetti e testimonianze anche da Gaza e dall’Ucraina, ad esempio). Il War Childhood Museum ha vinto il prestigioso Council of Europe Museum Prize nel 2018 (e aveva aperto solo da un anno!). 
Galerija 11/7/95, Sarajevo
Galerija 11/7/95
War Childhood Museum, Sarajevo
War Childhood Museum

La Sarajevo Asburgica

Camminando lungo Ferhadija, se guardate per terra ad un certo punto vi apparirà una linea che la occupa da parte a parte con scritto “Sarajevo meeting of cultures”. Se da questo punto guardate verso est vedrete edifici bassi, moschee e minareti; se guardate verso ovest, invece, vedrete palazzi più alti in stile viennese e art-nouveau. Idealmente inizia da qui la Sarajevo degli Asburgo e il contrasto è davvero incredibile. Ci sono caffetterie viennesi come questa, c’è il Teatro Nazionale, la Cattedrale Cattolica e altri edifici decorati con quello stesso stile. 

Palazzo nella Sarajevo Asburgica
Palazzo nella Sarajevo Asburgica

Il Bastione Giallo e il Bastione Bianco 

Sarajevo si trova in una posizione scenograficamente molto bella, circondata da colline, boschi e montagne (che sono state anche la sua rovina durante l’assedio). Vi basterà camminare in salita per pochi minuti per raggiungere diversi punti panoramici da cui osservare un tramonto spettacolare o, più semplicemente, la città dall’alto. Il punto panoramico più gettonato è rappresentato dal Bastione Giallo, chiamato così per il colore delle pietre usate per costruirlo. Questo bastione si trova subito sopra il cimitero dei martiri (uno dei tantissimi di Sarajevo) e al tramonto si riempie di persone che vengono qui ad osservare il sole cadere dietro le montagne. Sul piazzale di osservazione c’è anche un cannone che viene usato ogni anno per decretare la fine del ramadan. Salendo ancora, c’è poi il Bastione Bianco, una fortezza ben più grande dell’altra.  

Tramonto dal Bastione  Giallo, Sarajevo
Tramonto dal Bastione Giallo

Il cimitero ebraico di Sarajevo

Vale la spostarsi un pò dal centro per andare a visitare il Vecchio Cimitero ebraico di Sarajevo (vi costerà pochi euro in taxi), soprattutto se amate i cimiteri come la sottoscritta. Si trova alle pendici del monte Trebević (vedi paragrafo qui sotto), nella zona sud-occidentale di Sarajevo, ed è un cimitero antichissimo, non chè il secondo cimitero ebraico più antico e grande d’Europa dopo quello di Praga. È stato usato dalla comunità ebraica bosniaca dall’inizio del 1500 ed è rimasto in uso fino al 1966. Il cimitero conta più di 3800 lapidi e al suo interno ci sono anche 4 monumenti dedicati alle vittime del fascismo. Trovandosi leggermente in alto, il cimitero è stato usato come postazione di artiglieria dai serbi (si vedono i colpi sulle lapidi) ed è stato anche pesantemente minato ma è stato completamente ripulito nel 1996. Oggi è un cimitero monumentale ed è candidato a divenire Patrimonio dell’Umanità UNESCO.  

Cimitero Ebraico di Sarajevo
Cimitero Ebraico di Sarajevo

Il Museo Nazionale della Bosnia-Erzegovina

Dal cimitero ebraico, con 10’ di camminata (in discesa) potete facilmente raggiungere il Museo Nazionale della Bosnia-Erzegovina. Inaugurato nel 1888, sotto la dominazione austro-ungarica della città, questo museo è il più importante museo del paese e la sua costruzione si ispira al Rinascimento Italiano. Il Museo è costituito da 4 padiglioni connessi tra di loro da terrazze e al centro c’è un giardino botanico. I diversi padiglioni comprendono il Museo archeologico, il Museo di Storia Naturale e il Museo Etnografico. Il museo è veramente ben allestito e nel giardino potete ammirare anche diversi esempi di stécci, ovvero delle pietre tombali medievali di rara bellezza (inseriti tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO nel 2016). Il pezzo forte del museo però è l’Haggadah di Sarajevo, visibile solo il martedì e giovedì dalle h12 alle h13 e il primo sabato del mese sempre dalle h12 alle h13. Questo importantissimo manoscritto miniato è stato realizzato in Spagna intorno al 1350 e illustra, su pelle di vitello e con miniature in rame e oro, il tradizionale testo della Haggadah di Pesach. Io non sono riuscita a vederlo da vicino, ma se potete, cercate di andare al museo nell’orario in cui si può vedere. Dopo la visita del museo andate a bervi/mangiarvi una cosa nel curiosissimo Tito Cafè, in compagnia di carri armati e vari altri cimeli di guerra. 

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Museo Nazionale della Bosnia-Erzegovina
Museo Nazionale della Bosnia-Erzegovina
Tito Cafè, Sarajevo
Tito Cafè, Sarajevo

Sarajevska pivara: il Birrificio di Sarajevo

Se amate la birra dovete assolutamente inserire tra le cose da vedere a Sarajevo anche Sarajevska pivara, ovvero il birrificio della città. Si trova nel centro, sul lato opposto del fiume rispetto a Baščaršija e venne fondato nel 1864 da un industriale viennese, divenendo il primo birrificio dell’Impero Ottomano. Il birrificio ha anche giocato un ruolo importante per la città durante l’assedio, perchè la sorgente di acqua su cui si trova rappresentava l’unica fonte di acqua potabile di Sarajevo. Allo stesso tempo, diversi cittadini vi trovarono la morte mentre aspettavano in fila a causa delle granate serbe. Il Birrificio non ha mai interrotto la produzione ed è possibile visitare una parte dell’impianto che oggi ospita un museo e, naturalmente, assaggiare la birra locale nella birreria accanto alla fabbrica. 

I ponti di Sarajevo

La storia di Sarajevo è legata a doppia mandata anche al suo fiume, il Miljacka, e ai suoi ponti. Il più famoso è senz’altro il Ponte Latino, dove il 28 giugno 1914 vennero uccisi l’Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia. Se ben ricordate, fu proprio questo episodio a scatenare la I Guerra Mondiale. C’è il Ponte Suada e Olga (vicino al Museo Nazionale) che prende il nome dalle prime due vittime dell’assedio il 5 aprile 1992, dove venne ucciso anche il pacifista religioso italiano Gabriele Moreno Locatelli, ricordato con una targa. Altri ponti degni di nota sono il Ponte della Capra (fuori dal centro), un bel ponte di epoca ottomana e il Ponte Sehercehaja, davanti al Municipio. 

Ponte lungo il fiume Miljacka, Sarajevo
Ponte lungo il fiume Miljacka

Il Tunnel della speranza 

Tra le cose da vedere a Sarajevo c’è anche il famoso “Tunnel che non esiste” (chiamato così nelle comunicazioni ufficiali tra l’esercito della Resistenza e le Nazioni Unite) o Tunnel della Speranza. Parliamo di un tunnel lungo 800 mt, alto 1,5 mt e largo 1 mt scavato dall’esercito bosniaco in 6 mesi e utilizzato dal Luglio 1993 fino alla fine dell’assedio nel Febbraio 1996. Questo tunnel, scavato praticamente sotto la pista dell’aeroporto, rappresentava l’unico collegamento con l’esterno per la città assediata e da qui passavano i cavi della corrente per fornire elettricità (soprattutto agli ospedali), la benzina, il cibo e tutto quello che serviva per sopravvivere. Trattandosi di una struttura militare ci voleva un permesso per passare e si potevano trasportare solo un certo numero di kg da una parte all’altra. Più o meno 3000 persone attraversavano il tunnel ogni giorno. Il tunnel originale oggi è pericolante ma ne è stato ricostruito un pezzo che si può percorrere, dove si trova anche un museo. La visita del tunnel è inserita in questo tour sull’assedio che vi consigliavo anche all’inizio dell’articolo. 

Il Tunnel della speranza, Sarajevo
Il Tunnel della speranza

Il Monte Trebević e la pista di bob olimpica

Il tour sull’assedio si conclude sul Monte Trebević, ma volendo potete raggiungerlo anche in autonomia prendendo la cabinovia che parte dal centro, in particolare da qui. La cabinovia venne inaugurata nel 1959 e distrutta durante l’assedio, ma è stata poi restaurata e riaperta nel 2018. Il Monte Trebević è il luogo d’elezione per gli abitanti di Sarajevo per praticare attività all’aria aperta (ci sono dei bellissimi boschi e tantissimi sentieri), ma si viene qui anche solo per il panorama sulla città, magari dalla terrazza del bar sopra la stazione della cabinovia. Camminando una mezz’oretta da quest’ultima potete raggiungere anche la pista da bob utilizzata durante le Olimpiadi Invernali del 1984. La pista è stata molto danneggiata durante la guerra e oggi è ricoperta di murales, divenendo un simbolo del passato turbolento della città e della sua resilienza. 

Vista dal Monte Trebević, Sarajevo
Vista dal Monte Trebević
Pista olimpica di bob, Sarajevo
Pista olimpica di bob

Escursioni consigliate da Sarajevo

La Bosnia-Erzegovina non è grandissima e Sarajevo può fungere anche da base per visitare altri luoghi interessanti del paese. Tra questi 3 che vi propongo io ho fatto solo il primo (che è stato stupendo!), però mi riprometto di fare anche gli altri due, tanto so che tornerò a Sarajevo molto presto. 

Cascate di Kravica, Bosnia
Cascate di Kravica
Ponte vecchio di Mostar
Ponte vecchio di Mostar

L’Assicurazione medico-bagaglio per la Bosnia-Erzegovina

Tra gli aspetti da considerare, soprattutto quando si viaggia nei paesi extra-EU c’è l’assicurazione medico-bagaglio. In Bosnia la nostra copertura sanitaria non vale e il mio consiglio è quello di fare sempre una classica assicurazione medico-bagaglio che vi possa coprire durante il viaggio. Giusto recentemente, durante un mio viaggio in Georgia, mi sono rotta una caviglia e ho testato i vantaggi dell’avere un’assicurazione: si sono occupati egregiamente di tutte le pratiche per il mio rientro anticipato in Italia (rimborsi annessi). Nello specifico, io avevo un’assicurazione con Heymondo, un sito che confronta le polizze di diverse compagnie e propone la polizza più conveniente per quel determinato viaggio. Per farla dovrete inserire i dati relativi al vostro viaggio e vi manderanno una mail con la proposta migliore che potrete poi acquistare direttamente on-line (essendo miei lettori avrete diritto anche uno sconto del 10%!!!). 

Sim-card e wifi

Non facendo parte della Comunità Europea, la Bosnia-Erzegovina non beneficia degli accordi sul roaming quindi se usate il vostro operatore rischiate di spendere una fortuna. Per ovviare a questo vi consiglio di optare per una sim locale, fisica o virtuale (e-sim). Costano molto meno delle offerte che potete avere con gli operatori italiani e la copertura è nettamente migliore. Per questo viaggio in particolare io ho acquistato una e-sim di Airalo, e mi sono trovata molto bene. Se il vostro cellulare le supporta (tutti i telefoni di ultima generazione lo fanno), potete acquistarla e attivarla già prima di partire. In questo modo non dovrete rinunciare al vostro numero italiano e quando atterrerete sarete già connessi! L’installazione è facilissima e inserendo il codice BEBORGHI avrete diritto ad uno sconto del 10%. Per quanto riguarda invece le sim fisiche, all’uscita dall’aeroporto di Sarajevo troverete un paio di chioschi per acquistarle. Il wi-fi lo troverete ovunque in bar, ristoranti e hotel. 

Locale nel quartiere ottomano di Sarajevo
Locale nel quartiere ottomano di Sarajevo

FAQ su Sarajevo e sulla Bosnia

Quanto tempo ci vuole per visitare Sarajevo?

Le cose da fare e da vedere Sarajevo sono tante quindi vi consiglio di fermarvi almeno 3 giorni, anche per vivere appieno l’atmosfera stupenda della città. Se avete più giorni a disposizione potete usarla come base per visitare altre località della Bosnia-Erzegovina come Srebrenica, Mostar, le cascate di Kravica eccetera.

Perchè visitare Sarajevo?

Sarajevo è una città incredibile perchè rappresenta il crocevia tra Est e Ovest, tra l’impero Bizantino ed Ottomano e quello Romano ed Austro Ungarico. Solo qui vedrete lungo la stessa strada una moschea, una chiesa ortodossa, una cattolica ed una sinagoga. Fino a che non scoppiasse la guerra nel 1991, infatti, Sarajevo era una città multietnica con una grande tradizione di tolleranza ed integrazione. È tuttora un concentrato affascinante di culture, etnie e religioni diverse.

Come si paga in Bosnia?

Nella maggior parte delle attività si paga in contanti, in Marchi Bosniaci (indicati con la sigla KM), ma le carte di credito sono sempre più diffuse.

Quanto è durato l’assedio di Sarajevo?

L’assedio di Sarajevo è durato ben 4 anni, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, ed è stato il più lungo assedio nella storia bellica del XX secolo.

Gatto a Sarajevo
Gatto a Sarajevo

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Scritto da:
Mi chiamo Valentina Borghi e sono una viaggiatrice esperta e una travel blogger / travel influencer full time dal 2018. Sono anche una nomade digitale e trascorro buona parte dell’anno in viaggio, da sola o accompagnando gruppi in giro per il mondo. Amo i vulcani, i deserti, il Sudamerica e l’Asia Centrale, amo i gatti, New York, l’astronomia, e la musica elettronica. Ho visitato 90 paesi del mondo e se mi chiedete qual è il mio viaggio della vita..decisamente l’Antartide!

2 commenti su “Cosa vedere a Sarajevo (GUIDA COMPLETA)”

  1. Fai venir voglia di vedere questa città..sai cosa mi frena?La paura che non sia una città sicura da girare per tre donne da sole!

    Rispondi
    • Ciao, guarda, in realtà è una città (ma tutto il paese) molto sicuro. Io l’ho visitata proprio insieme a 2 amiche, come faresti tu, e non ho mai percepito insicurezza, anzi! È una città in cui spero di tornare prestissimo anche da sola. Zero problemi, davvero. Un saluto, Valentina

      Rispondi

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